(di Cristina Terribili)
Il 17 giugno scorso è stata celebrata la giornata mondiale dell’ONU per la lotta alla desertificazione e siccità: un problema sul quale – in Italia – i dati dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), sono particolarmente allarmanti.
I cambiamenti climatici riguardano l’intero globo terrestre, ma nel nostro Paese ci stiamo in ogni caso avviando verso una nuova estate di crisi per mancanza d’acqua. Cosa che ci riguarda molto da vicino perché non aumenta solo i costi di tutta una serie di cicli produttivi, ma mette a rischio la nostra salute.
Nel 2020, un report del WWF, dal titolo “Malattie trasmissibili e cambiamento climatico” evidenziava come sia le ondate di calore sia le siccità o le inondazioni peggiorino l’inquinamento atmosferico, che ha ricadute sulla salute dell’uomo attraverso la contaminazione dell’acqua e di conseguenza del cibo. Se teniamo presente che il 75% delle malattie infettive umane deriva da animali (il 60% da animali selvatici), comprendiamo perché i cambiamenti climatici risultino essere una delle maggiori cause di spostamento o di insediamento di specie animali, di insetti e altri organismi considerati vettori di malattie che, a determinate latitudini e longitudini non si prevedevano. Intervenire sul cambiamento climatico, sul consumo dell’acqua, sullo sfruttamento del suolo, è un compito che compete a più livelli.
Non è un caso che “Tutela del territorio e della risorsa idrica” siano il titolo di una specifica missione (M2CA) del PNNR, che ha in sé gli obiettivi di prevenire e contrastare le conseguenze del cambiamento climatico sui fenomeni di dissesto idrogeologico e sulla vulnerabilità de territorio: è auspicabile sia un’occasione che non vada sprecata. Opere di risanamento delle condutture dell’acqua, in grado di limitare perdite inutili, così come la differenziazione delle acque destinate all’ambito urbano, dell’agricoltura, idroelettrico e industriale, sono solo alcuni degli interventi che devono essere realizzati con serietà ed urgenza.
La scienza e la tecnologia hanno cominciato a dare risposte utili all’ineludibile tema del risparmio dell’acqua, ma alcune di queste soluzioni sono costose e difficili da mettere in pratica nella quotidianità: potrebbero essere però di esempio e di studio di applicazioni in contesti di più ampio respiro. Nel nostro piccolo ognuno di noi farà comunque bene a misurarsi nella gestione dell’acqua. In rete si trovano tantissimi decaloghi che propongono idee e soluzioni per risparmiare l’acqua, così come ci si può dotare di tutta una serie di sistemi tecnologici che ci aiutano a rendere la nostra vita più consapevole in merito all’uso delle risorse.
Prevenire e limitare i danni prima dell’avvio di misure restrittive e di contenimento dei problemi causati della mancanza d’acqua non è solo un atteggiamento responsabile; diventa promotore di una sensibilità collettiva che consente, in altri momenti ed in altri periodi, di richiedere ad amministratori e politici azioni sostanziali di cambiamento.
Ricordiamoci poi che la lotta alla siccità non la dobbiamo promuovere solo in estate: tutto l’anno dobbiamo essere sensibili ai temi del risparmio, a tenere a mente il valore ed il costo di una serie di scelte quotidiane in merito ai consumi.
Solo attraverso le piccole azioni (nostre) e le grandi azioni ed investimenti (della politica) si riusciranno a modificare quegli andamenti che, almeno nella previsione attuale, risultano essere ricchi di criticità.