È ben più di una mera installazione natalizia, l’imponente e inedito “Albero della Reciprocità” inaugurato lunedì sera e che farà bella mostra di sè nella centralissima piazza Ippolito Sangiorgio per tutto il periodo delle feste.
Oltre al valore artistico intrinseco dell’opera di Simone Cenedese (il maestro artigiano che l’ha ideata e nella sua vetreria di Murano ha soffiato personalmente le centinaia di tubi colorati che simulano i rami di un abete addobbato), si tratta del primo concreto esempio di una collaborazione che si propone di continuare e implementarsi nel tempo tra due assolute eccellenze del made in Italy: i vetri artistici di Murano e l’arte della Ceramica di Castellamonte (non a caso la base della struttura metallica che regge l’installazione è composta da manufatti artistici in terracotta realizzati in Canavese).
Il merito è da ascrivere alle Tre Terre Canavesane, il sodalizio stretto da qualche anno tra le Amministrazioni di San Giorgio, Agliè e Castellamonte per la promozione delle rispettive ricchezze e tradizioni.
Già questo fare squadra tra Comuni sarebbe di per sé lodevole, in un Paese come l’Italia (e il Canavese non ha sinora fatto eccezione) spesso ancora prigioniero di anacronistici campanilismi; ma il vero pregio dell’operazione è stato nel non limitarsi a unire le forze per promuovere manifestazioni già esistenti, ma ingegnarsi per trovarne di nuove e per farle conoscere al pubblico più ampio possibile.
Di qui è nato il “Festival della Reciprocità”, benedetto da sponsor illustri come il noto conduttore televisivo Peppone Calabrese (che a Pasqua ha dedicato un’intera e seguitissima puntata della sua “Linea Verde” alle eccellenze paesaggistiche, artistiche ed enogastronomiche del Canavese) e in grado di raccogliere intorno a sé il supporto (non solo morale, ma anche economico) di numerose istituzioni pubbliche e private.
Di questa capacità e volontà di sognare in grande si è parlato molto nel convegno “Castellamonte e Murano: arte artigiana, eccellenza del made in Italy” svoltosi sempre lunedì 12 dicembre, nel pomeriggio, al salone “Franco Paglia” di Agliè.
Palpabile la soddisfazione del padrone di casa, il primo cittadino alladiese Marco Succio, nel salutare i tanti colleghi in fascia tricolore seduti nelle prime file: “La vostra presenza è una attestazione di stima importante: il nostro obiettivo è far dialogare tutti gli interlocutori, pubblici e privati, del nostro territorio, per farlo crescere”.
Già, perché, come ha ribadito il sindaco castellamontese Pasquale Mazza, “sappiamo tutti che in Canavese ci sono una storia e una ricca tradizione da difendere, ma dobbiamo tutti voler creare le condizioni per rinnovarci e continuare a crescere, a tutti i livelli”.
“Per questo ci siamo fatti promotori non solo di eventi culturali e artistici, ma abbiamo avviato partnership importanti – ha sottolineato il sindaco di San Giorgio, Andrea Zanusso –: come quella siglata con Confindustria Canavese per sostenere il progetto ‘Fermenta’, ideato da sei studentesse universitarie, per la produzione di bevande all’insegna della sostenibilità ambientale ed economica; e molto altro abbiamo in mente di fare per sostenere i tanti giovani talenti canavesani che devono poter trovare qui un territorio in grado di sostenerli”.
Un programma ambizioso, per il quale è stato chiesto – e ottenuto – il supporto di sponsor importanti: da Confindustria Canavese (il cui presidente Paolo Conta ha garantito alle Tre Terre un supporto “non necessariamente rivolto al solo turismo, ma a qualsiasi progetto di impresa, in particolar modo a quelli centrati sull’innovazione”) alla Camera di Commercio di Torino (il cui segretario generale Guido Bolatto ha tracciato un breve e positivo quadro della resilienza e delle opportunità per le tante imprese artigiane del Canavese Occidentale).
Anche quelle di Città metropolitana e Regione sono tra le porte alle quali i tre sindaci hanno bussato, ottenendo positivi riscontri: non a caso ad Agliè è arrivato anche il presidente del Piemonte Alberto Cirio, a battezzare con toni entusiastici l’accordo siglato tra i maestri artigiani di Castellamonte e quelli di Murano, che ha ottenuto anche la benedizione (via lettera, letta ai presenti) del governatore del Veneto Luca Zaia e del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro.
A spiegare le ragioni di questo matrimonio è stato l’assessore alla Cultura castellamontese Claudio Bethaz: “Ceramica e vetro hanno molto in comune: sono manufatti che nascono da aria, acqua e fuoco, conservano una fragilità che esalta il loro valore, frutto di sapienza ultrasecolare, pur aperta a innovazioni tecniche; entrambe le arti hanno grande varietà di tecniche e enorme spettro di risultati. E di recente condividono anche problemi come quello legato all’enorme rincaro di materia prima ed energia”.
Di come si potrà concretare in futuro il progetto di collaborazione, si avrà una suggestione sabato 17 alle 10, al centro “Piero Martinetti” di Castellamonte, quando sarà inaugurata l’esposizione dei maestri artigiani del vetro di Murano e quelli della terra rossa di Castellamonte con una grande tradizione di lavorazione della ceramica “Tra amorfo e cristallino, artigianato artistico” (la mostra sarà poi visitabile al centro “Martinetti” nei fine settimana sino all’8 gennaio).
Dopo l’inaugurazione, e prima di una esperienza laboratoriale della ceramica animata dall’associazione Elle Design, ci sarà un talk sul tema “Arte artigiana: quale futuro?” con Peppone Calabrese, già intervenuto al convegno alladiese con un coinvolgente videomessaggio per esaltare il valore della reciprocità: “Dare senza perdere e prendere senza togliere”.
Una lezione utile per tutti.
Maurizio Vicario
Redazione Web