Il Lions Club Alto Canavese si è fatto promotore di un importante “service” nell’area della cultura, della valorizzazione delle risorse del territorio, della conservazione del patrimonio artistico.

Lo spunto è giunto dal Centro internazionale di Studi sulla Sindone, che ha segnalato la presenza, nella chiesa già della Confraternita di Santa Marta, di una copia della Sindone in grandezza naturale.

Purtroppo le condizioni di conservazione della copia, ritrovata casualmente nel 1978 nella sagrestia in Santa Marta, erano decisamente inadeguate, tali da provocare nel tempo problemi al telo e all’immagine riprodotta.

Il restauro del prezioso reperto ha così avuto il sostegno del Lions Club Alto Canavese grazie all’entusiasmo della presidente Nella Falletti Geminiani, che ha consentito di affidare l’opera alle sapienti mani della restauratrice Cinzia Oliva.

Ci sono voluti otto mesi di lavoro per fermare il degrado, riportare alla vista le parti improvvidamente nascoste al momento del fissaggio su una tavola di legno e mettere in sicurezza con un nuovo allestimento il reperto.

Il restauro ha stimolato a compiere ulteriori ricerche sull’autore, nel quadro di un più generale lavoro scientifico di catalogazione e studio delle raffigurazioni sindoniche.

Si conoscono oltre cento di tali manufatti, datati a partire dal XVI secolo, ma la caratteristica peculiare della Sindone in Agliè consiste nel fatto che si tratta di un esemplare firmato e datato 1708: risulta essere opera di Giovanni Battista Fantino (o Fantin), un autore del quale non esistono purtroppo notizie certe, cha ha lasciato tracce esclusivamente in ambito di iconografia sindonica.

A corredo del restauro è stato pubblicato sotto l’egida del Lions Club Alto Canavese un opuscolo riccamente illustrato intitolato “La Sindone, il Fantin(o) e la copia di Santa Marta in Agliè”.

Il complesso restauro, giunto a compimento nei tempi prefissati, ha consentito di presentare al pubblico il risultato del lavoro in occasione dell’evento organizzato ad Agliè sabato 3 giugno. “Extractum ab originali Taurini – Percorsi iconografici e botanici intorno alla Sindone”: questo il titolo della giornata di studio che si è svolta presso il Castello ducale.

Ai saluti istituzionali del sindaco di Agliè Marco Succio, del vescovo di Ivrea monsignor Edoardo Cerrato e della presidente Lions Nella Falletti (che ha ringraziato il parroco don Luca Meinardi per la disponibilità nel concedere l’accesso alla chiesa di Santa Marta e i soci Lions per il supporto all’operazione) sono seguiti gli interventi di vari studiosi.

In particolare, il ricercatore del Ciss (Centro internazionale di Studi sulla Sindone) Gian Maria Zaccone ha parlato esaurientemente de “La copia di Agliè: storia, ruolo e caratteristiche”, mentre il professor Paolo Cozzo (Università di Torino) si è soffermato su “La Sindone e il suo ruolo nel rapporto con la dinastia sabauda”, spiegando come dal suo ingresso nel patrimonio sabaudo nel 1453, la Sindone divenne un mezzo di legittimazione dinastica presso le altre corti europee: le sue copie e raffigurazioni furono uno strumento efficace di divulgazione.

Paola Tomatis e Federico Valle (Ciss) si sono soffermati sull’autore della copia alladiese, mentre la restauratrice Cinzia Oliva ha presentato gli interventi di restauro compiuti sulla copia di Agliè.

Terminati gli interventi della mattinata, tutti i presenti si sono trasferiti in Santa Marta per ammirare la presentazione della Sindone restaurata nella cornice davvero suggestiva della chiesa.

Nel pomeriggio, una nuova sessione di studi si è soffermata su altri aspetti della sindonologia, dallo studio dei lini che compongono il Sacro Lenzuolo sino alle ricerche di paleobotaniche per individuare pollini ed essenze in esso conservati.

In conclusione del prestigioso evento la visita alla cappella di San Massimo nel Castello di Agliè, ove vi è un’altra copia ottocentesca della Sindone.

Redazione Web