A sorpresa, è giunto l’annuncio di un viaggio di Papa Francesco in Papua Nuova Guinea nel prossimo agosto. Terre lontane e, ai più, completamente sconosciute e impossibili anche da trovare sul mappamondo! Eppure, nel lontano Oriente, ci sono popoli a maggioranza cristiani, grazie a missionari coraggiosi e di grande fede, che hanno compiuto grandi imprese e grandi opere.

Quarant’anni fa, l’8 maggio 1984, Giovanni Paolo II, nella capitale papuana Port Moresby, esclamava: “Vi è stata veramente una grande fioritura della fede cristiana in queste isole nonostante i numerosi ostacoli che spesso sono apparsi quasi insormontabili. Penso alle varie difficoltà come quelle degli spostamenti, della mancanza di strade e comunicazioni, e ai problemi nel proclamare Cristo a popoli parlanti centinaia di differenti lingue e dialetti”.

Papa Francesco, che ama “vedere il mondo dalle periferie”, poco prima dell’annuncio del viaggio di agosto ha incontrato il presidente José Horta di Timor Est, un altro piccolo stato dell’Asia, il primo Paese ad ottenere l’indipendenza nel XXI secolo, il 20 maggio 2002. Chissà se ci sarà una tappa nella sua capitale, Dili? Timor Est ha ottenuto l’indipendenza, prima dal Portogallo, poi dalla vicina Indonesia, attraverso una lunga e sanguinosa guerriglia.

Durante i decenni di lotta, è emersa una profonda unità della Chiesa con il popolo alla ricerca della libertà. La storica visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1989, rese visibile il sacrificio e l’oppressione di un popolo.

Tutti i timoresi ricordano il discorso di Woytila: “Non importa quali siano le differenze, le ferite o le offese, noi che siamo seguaci di Cristo dobbiamo tenere a mente queste parole: perdonate e vi sarà perdonato, amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori”.

L’anno successivo il Nobel per la Pace venne assegnato a José Ramos Horta – oggi presidente – e al vescovo Carlos Ximenes Belo, per il lavoro che ha portato ad una soluzione giusta e pacifica del conflitto nel Timor Est.

Speriamo in un viaggio verso quelle periferie, incontro a popoli che hanno lottato e chiese che continuano a lavorare per la libertà, la pace e il benessere delle loro genti.

“… libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta” (Dante, Purgatorio, canto I)