Sono andato a fare la spesa alle 22:30 di sabato.
Chi va a fare la spesa a quell’ora in quel centro commerciale, si guarda con circospezione: la gente appare diversa da quella che trovi nelle ore più normali. Forse tra il giorno e la notte la clientela cambia. O forse si tratta sempre e solo di gente normalissima, ma che fa molto tardi al lavoro… Però di sabato restano forse solo quelli che si sono dimenticati di fare la spesa prima, che si aggirano tra gli scaffali con una finta faccia da mercoledì!
Tra le cassiere che ti accolgono con un velo di stanchezza da lavoro notturno, ecco spuntare il giovanotto biondo della security, educato, che si avvicina e, giustamente, ti osserva. Uniforme nera, di notte, un flash: mi sembra la reincarnazione del giovane ufficiale tedesco Michael Wittmann (nella foto, considerato uno dei più capaci e combattivi comandanti di carri armati della seconda guerra mondiale), appena sceso dal suo PanzerKampfWagen VI “Tigre” matricola 007 della Schwere SS-Panzerabteilung 101 a caccia di carri anglo-americani in Normandia nel 1944, quando in appena un’ora distrusse 21 carri armati e altri 28 veicoli blindati della 7th Armoured Division britannica, presso il villaggio di Villers-Bocage prima di cadere in combattimento. Qui a Ivrea il ragazzo che sembra la sua reincarnazione, ha le mostrine dorate sul colletto e una serie di fregi sulla giubba nera che sembra disegnata da Hugo Boss.
I pensieri vanno alla medesima velocità con cui vorrei rientrare a casa. Mi immagino il fregio di Arnaldo Tioli (figlio del preside Garibaldi Tioli, nipote del garibaldino nonno Arnaldo), nel 1918: un gladio tra due fronde d’alloro su campo verde degli Alpini di Ivrea. Ardito studente classe ’99 che sul monte Valbella lotta fino alla fine a 19 anni senza mollare la sua posizione.
Il supermercato diventa luogo di evocazione, non a caso è un “non luogo” illustrato dal grande Marc Augé che evidentemente lascia libero lo spazio alla propria immaginazione notturna. Penso anche che Claretta Petacci poco prima di morire scriveva: “Passa un soldato tedesco e tutti tremano, passa un soldato italiano e tutti ridono”. Ma qui era un’altra storia diversa e tragica nel 1945 del Nord Italia.
Pago il conto e mi dimentico di chiedere una busta. Così con questa colonna di prodotti precariamente e italianamente incolonnata sugli avambracci mi dirigo verso l’auto e li poso sul sedile dopo essere riuscito ad aprire la porta mordendo il pulsante elettronico della chiave smart. Metto in moto e l’autoradio si accende improvvisa facendomi sobbalzare. La spengo. Imbocco la tenue via segnata sul vecchio Lago di Città asfaltato e dopo una serie di sobbalzi tipo “terre ballerine” l’ultimo è veramente tremendo: mi trovo tutta la spesa addosso e sul fondo. Per un attimo ho avuto paura di essere stato “beccato” da un colpo perforante dell’88mm. di Michael Wittmann, appostato nel cortiletto del supermercato con mimetizzazione urbana.
Corro a casa a cucinare. In ritardissimo.
Fabrizio Dassano