Con l’investitura del Generale, Marcello Feraudo, ha preso le mosse lo storico Carnevale di Ivrea, 2023: di nuovo un evento di popolo, con il popolo che ripercorre la propria storia.
Nel pomeriggio, dopo la visita alla Cappella dei Tre Re, anch’essa fortemente evocativa e vedremo poco oltre il motivo, leggendo l’articolo preparato da Elisa Moro, il corteo si dirige verso la Cattedrale di Ivrea, dedicata alla Beata Vergine Assunta.
Il nostro filmato fissa in particolare questo momento, con l’arrivo del Magnifico Podestà, del Gruppo Storico, dei Credendari, ma anche di tutte le Squadre, senza dimenticare i Pifferi e Tamburi e, soprattutto, senza mancare di sottolineare la presenza di tanta gente, di tutte le età, ma con molti giovani.
Nel corso della Celebrazione la Liturgia della Parola ha offerto le Letture che la Chiesa presenta per la Solennità dell’Epifania del Signora Gesù.
Nel corso dell’omelia, il Vescovo Mons. Edoardo Aldo Cerrato ha ricordato il Pontefice emerito da pochi giorni scomparso e di cui ieri si sono celebrate le esequie.
Ma dell’omelia diremo meglio e con il filmato integrale nel corso di un servizio che sarà pubblicato nelle prossime ore.
Oggi ci si permette di rimarcare e, quindi, attirare l’attenzione, sul valore di questo gesto, l’offerta del cero votivo, atto autenticamente identitario e unitario, momento di coesione della comunità.
Ora lasciamo l’illustrazione di questo appuntamento a Elisa Moro: parleranno poi il video e la gallery.
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(elisa moro) – Nel segno della Luce dell’Epifania, quella che caratterizza l’incontro trasformante di Cristo con i Magi, si è invitati ad “andare a vedere questo Evento”, a “mettersi in cammino ”, testimoniando la Persona di Gesù nella vita quotidiana: “i Magi fecero ritorno nelle loro terre”, rinnovati dalla Grazia e dallo Spirito
I Magi, sapienti e misteriosi, dal “cuore inquieto, in attesa e alla costante ricerca della realtà più grande” (Benedetto XVI, Epifania 2010), “non credono – riprendendo l’omelia – che sia stata una fantasia notturna la Stella apparsa in cielo”; in questo segno, “più lucente dei raggi solari” (Crisostomo, Omelia VI), hanno intravisto l’adempiersi delle Scritture, cogliendo i segni di una vocazione a mettere in discussione le loro stesse esistenze.
Guardando a questi instancabili “ricercatori della Luce vera”, a cui la città di Ivrea è sempre stata legata – come testimonia la presenza dell’antica Cappella dei Tre Re, risalente al 1200 – una “luce più piccola, quella di un cero votivo”, è stata accesa, per essere posta nella cappella dell’Assunta.
Attraverso questo segno visibile si è voluto rinnovare, a nome dell’intera città di Ivrea, un antico voto alla Santa Vergine Assunta, che, fino a prima della pandemia, era legato alle celebrazioni di apertura del Carnevale. Secondo le fonti si ricorda, infatti, che il 22 settembre 1585, i capifamiglia della città, con le autorità cittadine, radunati in piazza del Duomo, “considerando non essere più opportuno rimedio per la liberazione di detto morbo (la peste) che ricorrere all’onnipotente Iddio”, confermarono gli antichi voti, fra i quali “offrire tre torce di cera bianca di libbre una e mezza cadauna a varie chiese della città e, in primo luogo, alla Madonna e ai Santi Magi, nel giorno dell’Epifania”.
L’invito è quello di imitare i Magi, alzando lo sguardo con speranza tra le tante vicissitudini, anche dolorose, della vita, confidando nella vera Stella che guida il cammino di ogni credente, la “Stella Maris”, Maria, come ricorda San Bernardo di Chiaravalle: “Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella… Guarda la stella, invoca Maria! Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore… Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta”.