La parrocchia di Alice Castello si prepara a festeggiare, domenica 9 settembre, il 500° anniversario di costruzione della cappella campestre di San Grato, edificata fuori del centro abitato, ai margini di quella che era allora una famosa strada militare, risalente alla dominazione romana e che, partendo da Vercelli, raggiungeva Ivrea e Aosta.
L’edificio di culto fu realizzato nel 1518 dai membri della famiglia notabile dei Bertono, come si evince da un documento dell’archivio storico del Comune, dove si legge: “Ad ognun sia manifesto che la casa (famiglia) Bertono del Castello del presente luogo, sin dall’anno 1518 facessero eriger una chiesa campestre di San Grato, col ritratto di loro medesimi e di santi, dipinto da Efraim de Oldenibus”. L’affresco del pittore vercellese e l’iscrizione cinquecentesca sono oggi andati perduti, ma non la devozione degli alicesi nei confronti di San Grato, visto che più volte egli è stato invocato contro la pestilenza, come nell’atto del 25 ottobre 1585, conservato nell’archivio parrocchiale, col quale il nobile Nicolao Bertono, donò un terreno con l’espressa volontà “che da lì avanti si chiamasse il campo di San Grato”. La donazione era legata ad un voto: affinché “il Sommo Iddio, la Beata Vergine e il Beato San Grato si degnassero protegger, difender et liberar tutto il popolo di Alice dall’influsso del morbo pestilenziale e da altri incurabili morbi che alla giornata regnano in esso luogo di Alice”.
La cappella, a causa della sua vicinanza con i boschi, divenne poi popolarmente chiamata “Chiesa dei lupi”, riferendosi in particolare al pericolo che questi animali costituivano per le mucche e le pecore al pascolo e creando, ancor oggi, un alone di leggenda e mistero attorno alla presenza del lupo nei paraggi della cappella, al punto da divenire l’animale simbolo del Rione Jurales di Alice.
Dopo cinquecento anni di storia e di fede, la parrocchia di Alice Castello ha organizzato due giornate di festeggiamenti e di ricordo. Oggi, venerdì 7 settembre, alle 20.30, presso la cappella di San Grato – Graziano Salussolia illustrerà la storia e la leggenda della chiesetta, dalla sua fondazione fino ad oggi. Domenica 9 settembre, alle ore 11, la Santa Messa presieduta dal vescovo emerito monsignor Luigi Bettazzi, seguita da un pranzo comunitario e un momento di festa per tutto il paese.
Possano questi festeggiamenti far riscoprire l’autentico senso di essere Comunità dei credenti, essere “un solo corpo in Cristo” (Rm. 12, 5), in modo da vivere in pienezza la vocazione di battezzati e credenti nel Risorto e realizzare una “Chiesa”, non solo fatta di muri e pietre, ma di “membra vive”, di uomini e donne, che da 500 anni pregano il Signore e Lo incontrano in quell’edificio.
Elisa Moro