“Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete mio popolo” (Geremia 7,23). Già nell’Antico Testamento il comandamento dell’amore di Dio è completato dal “secondo comandamento”: “Amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lv 19,18). Nell’antico popolo eletto, infatti, l’amore verso Dio si prolunga necessariamente nell’amore verso il prossimo, come evidenziato nel brano evangelico della XXXI Domenica del tempo Per Annum (Mc. 12, 28-34), dove uno scriba interroga Gesù su quale sia il fondamento di tutta la Legge. Secondo San Gregorio Nazianzeno (Om.42) “Dio richiede da te continuamente innanzitutto e soprattutto l’amore a lui e al prossimo. L’amore verso gli altri egli lo esige al pari del primo”.
“Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele” (v.29). Nell’ascolto Dio si rivela come presenza antecedente ogni sforzo umano di comprenderla e di coglierla. Il vero orante è colui che ascolta, come ricorda la prima delle parole contenute nella Regola di San Bene-detto: “Ascolta, o figlio” (n°1). Infatti se la preghiera è un dialogo che esprime la relazione tra Dio e l’uomo, l’ascolto è ciò che immette l’uomo nella reciproca appartenenza. L’ascolto che Dio richiede ad ogni credente è la fiduciosa apertura del cuore, l’accoglienza del progetto che il Signore ha per ciascuno, nella consapevolezza che “se siamo infedeli, lui rimane fedele, perché non può rinnegare se stesso” (Tm. 2, 13).
“Amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore…Amerai il prossimo tuo come te stesso” (v.30-31): non è un approccio sentimentalistico o semplicistico quello richiesto, ma il corrispondere con tutta la persona, con l’intelletto e la volontà, all’amore di un Dio che si è fatto carne. San Giovanni d’Avila, nel suo “Trattato dell’amore di Dio”, ricorda che “la causa che maggiormente spinge il nostro cuore all’amore di Dio è considerare profondamente l’amore che Egli ha avuto per noi”. Riconoscere di essere amati da Dio per poter ricambiare questo amore, contemplando il Volto del Figlio dell’uomo nei fratelli: è questo il vero e unico “comandamento”, l’essenza del “Cristianesimo, che prima che una morale o un’etica, è avvenimento dell’amore, è l’accogliere la persona di Gesù” (Benedetto XVI, 14/11/2012).
Mc 12,28-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi
e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele!
Il Signore nostro Dio è l’unico Signore;
amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore
e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente
e con tutta la tua forza”.
Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo
come te stesso”. Non c’è altro comandamento
più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro,
e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza
e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso
vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente,
Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.