(di Filippo Ciantia)
Il metodo inventato da Joseph Hubertus Pilates negli anni ’20 si è rivelato più che una ginnastica una filosofia di vita. A causa di una giovinezza caratterizzata da malattie che lo resero gracile, studiò approfonditamente l’anatomia umana e animale, le filosofie orientale, greca e romana. Superò i suoi limiti attraverso un esercizio fisico del tutto originale. Il suo fisico scolpito lo portò anche a posare come modello anatomico e ad eccellere nello sport.
La società italiana di geriatria ha stabilito, nel suo ultimo congresso, che si diventa anziani a 75 anni e non più ai 65 da me raggiunti. Ho comunque pensato importante iscrivermi ad un corso di Pilates, organizzato dalla Pro Loco del mio paesello.
Innanzitutto, la partecipazione al corso è principalmente femminile: pare che gli adulti senior preferiscano la TV e la Champions e il fisico scultoreo di CR7. Io, da interista, non posso sopportare il campione portoghese e mi dedico alla ginnastica. Devo dire che mi ha fatto bene e pare che dia buoni risultati sia sulla postura sia sui dolori della schiena, che mi ha dato tanti problemi negli ultimi anni.
In concomitanza con la chiusura delle scuole, si è concluso anche il nostro corso e la classe si è trovata per una apericena molto simpatica.
Mi ha colpito tantissimo il fatto che, dopo un intero anno, non ci si conoscesse per nome, non per dimenticanza, ma proprio perché non ce li si è mai né chiesti né comunicati.
Erminia, Pinuccia, Neva Teodolinda, Silvana, Tiziana, Isabella, Elena, Nadia, Patrizia, Chiara, Ancilla Maria, Antonella, Luciana, Fiorangela, Barbara, Simona, Ercole. Dietro ogni nome una storia unica, che si incrocia, stranamente, con la tua. Con qualcuno si giocava, nelle sere di maggio, nei prati del paese. La maggioranza è fatta di migranti, da ogni parte del “bel paese là dove il sì suona”. C’è anche chi discende dagli esuli giuliani e dalmati e dell’Istria, della cui dolente e nobile storia non si è mai parlato a scuola.
Ma soprattutto si scopre la bellezza dello stare insieme, al di là della veloce ora di ginnastica.
L’uomo non è fatto per stare solo/e il suo bisogno di contatto è naturale/come l’istinto della fame/…È una cosa strana/irrazionale e commovente/che può chiamarsi addirittura/amore per la gente (Gaber)