I primi freddi termicamente invernali hanno definitivamente cancellato il problema delle mosche d’autunno. Come ce ne siamo accorti noi umani, anche gli animali sentono freddo (anche se a riguardo resto dubbioso su quelli a sangue freddo).
Il mio ex vicino che andò a vivere in campagna ai tempi del confinamento pandemico, ha dovuto coibentare il pollaio. Mi spiega infatti nell’ultima missiva, di aver dovuto cedere alla formale e perentoria richiesta avanzata dalle sue galline – Arbra, Brengula, Bagna e Luca, con l’appoggio del gallo Giacu -, accompagnata dallo sciopero delle uova. Così sono iniziati i lavori “cappotto termico” (senza bonus), con il fissaggio di pannelli isolanti alle pareti interne. Il pollaio è alto un metro e sessanta centimetri, così egli ha dovuto lavorare in ginocchio per foderare le pareti: racconta che dopo due ore di lavoro gli sembrava di essere tornato all’altezza di un ragazzino di 12 anni.
Rimasta esclusa dal coimbentamento la tana del Signor Topo di cui non si conosce la precisa ubicazione. Mi narra nella lettera l’ex vicino, che senza alcun convenevole e di propria sponte l’altro giorno il Signor Topo si è trasferito in casa; probabilmente entrando dallo sportello mobile che usa la Penny-Cane per uscire, si è infilato in biblioteca, che deve aver trovato oltremodo noiosa, e poi ha raggiunto il soggiorno-cucina.
Quel pomeriggio mentre la Penny-Cane, come d’abitudine, occupava tutto il divano sdraiata longitudinalmente e ronfando rumorosamente, si è alzata di scatto e si è messa a fissare la finestra, come generalmente fa quando qualcuno entra nel cortile (o quando ha delle visioni). Poi si è avvicinata e si è alzata come un bipede sulle zampe posteriori, poggiando le anteriori al davanzale, annusando con attenzione il termosifone sottostante. Improvvisamente ha buttato a terra 2 ammazzamosche, un mantice e un guantone per la stufa posati sul termo.
Dopo aver temuto per un attimo per la salute mentale della cagnolina, il mio ex-vicino si è abbassato per capire cosa ci fosse dietro il termosifone e ha notato un qualcosa di verde: infilando tra i tubi del termosifone il manico dell’ammazza mosche, ha fatto cadere una spugna smarrita circa tre mesi prima. Ma la Penny-Cane ora abbaiava anche al termosifone!
Guardando meglio, il mio ex vicino è sobbalzato vedendo la sagoma del signor Topo nascosto dietro! Sobbalzando lui, la Penny-Cane si è spaventata e ha iniziato ad abbaiare al termosifone Che fare? Col manico dell’ammazza mosche ha toccato il signor Topo che si è spaventato e a iniziato a squittire con tutta la voce che aveva in corpo. Caos! Per un attimo il mio ex vicino ha perso la tranquilla serenità campestre che lo contraddistingue.
“È stato come trovarsi un alieno in casa!” dichiarerà ancora sconvolto qualche ora dopo a una locale agenzia di stampa di notizie agrarie. Il provvido aiuto di un amico che si trovava nei paraggi, privo di ansia topesca, ha risolto il problema, convincendo il Signor Topo ad uscire dal suo nascondiglio. Peccato sia andato a rifugiarsi nei pressi del divano, e non fuori casa dove faceva evidentemente troppo freddo. Reclusa la Penny-Cane abbaiante in biblioteca per non interferire nella “operazione speciale”, dopo innumerevoli esortazioni, il Signor Topo ha guadagnato la via d’uscita verso la legnaia franata.
La pace agreste e bucolica è nuovamente ridiscesa sulla casa di campagna del mio ex vicino. La Penny-Cane russa sul divano e le galline dormono nel pollaio coibentato… ma l’inquietante Signor Topo, dove sarà ora?