“Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto” (Lc 3, 22). La descrizione del Battesimo di Gesù che l’Evangelista Luca propone rappresenta un sottile filo rosso, che collega la Solennità dell’Epifania alla festa odierna, fino al primo miracolo compiuto da Gesù, quello delle Nozze di Cana, delineando per gradi, ma come unico grande giorno, il tema della manifestazione pubblica di Gesù.

La saggezza della Liturgia, già nell’antifona al Magnificat dell’Epi-fania, aveva cantato “Tribus Mira-culis”: “tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni”.

“Io vi battezzo con acqua… Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc. 3, 16). Acqua e fuoco: due elementi simbolici, il primo legato alla finitezza e caducità umana, l’altro, riprendendo le parole del Cantico delle Creature di San Francesco sul fuoco: “è bello et iocundo et robustoso et forte”. Cristo è Colui che è “venuto a gettare fuoco sulla terra”(Lc 12,49), a portare l’annuncio del Vangelo, una novità che “provoca alla conversione, accendendo un’inquietudine che ci mette in cammino” (Papa Francesco, 14/08/2022), effondendo lo Spirito, come era stato promesso (cfr. Ez.36,25-27), purificando i cuori (cfr. Is.1,25; Zacc.13,19; Ml.3,2-3), per riportare l’umanità verso la bellezza primigenia, perduta dal peccato originale.

“Ricevuto anche lui il battesimo stava in preghiera il cielo si aprì” (v.21). Proprio questo “stare in preghiera”, in dialogo con il Padre, è un dettaglio tipico del Vangelo lucano, che risulta essenziale; come sottolineava Papa Benedetto XVI: “In questo gesto Gesù anticipa la croce, mostrando l’intimo legame con il Padre che è nei Cieli, ricevendo la conferma della sua missione” (30/11/2011).

Il cielo è spalancato, la porta aperta è Cristo, che nell’immersione anticipa il gesto del Battesimo di ogni credente, dove “l’uomo vecchio è stato crocifisso” (Rm 6,6), per renderlo nuova creatura. Nel gesto di abbassarsi nell’acqua, iconicamente letto nel mondo orientale come una sorta di “sepolcro”, vi è già un’ascensione; come perfettamente ricorda Sant’Ambrogio: “uno solo si immerse, ma elevò tutti con sé; uno solo discese nell’acqua, perché tutti ascendessimo in Cielo” (Omelia 15).

Lc 3, 15-16; 21-22

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo:
“Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea,
come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».