Quel sottopasso di problemi ne aveva già creati diversi: questa volta ci è scappato il morto. Si tratta del tunnel, sulla ex statale 460, che transita sotto i binari della ferrovia Canavesana, tra Feletto e Rivarolo. Risale ad appena tre settimane fa l’ultimo allagamento. Sì, perché quando le precipitazioni giugnono intense, la galleria si trasforma in una profonda piscina: realizzata dal Gruppo Torinese Trasporti, gestore della linea ferroviaria, nel 2000, non è dotata di un impianto di segnalazione in caso di allagamenti.
Nella notte tra lunedì e martedì Guido Zabena, cinquantunenne di Favria, stava rientrando dopo aver accompagnato a casa un collega di lavoro (era dipendente della Dayco di San Bernardo d’Ivrea) una volta concluso il turno: era in corso un violento nubifragio, e l’uomo con la sua Punto ha imboccato il sottopasso, non essendosi evidentemente reso conto della quantità d’acqua accumulatasi al suo interno in brevissimo tempo. L’auto si è fermata, Zabena ha avvertito i soccorsi, ma non è riuscito ad aprire la portiera e uscire dal mezzo. Prima ancora dell’arrivo dei vigili del fuoco, tre ragazzi che si trovavano nei paraggi hanno tentato di salvarlo nuotando verso l’autovettura, ma non c’è stato nulla da fare.
A rendere ancora più drammatici quei minuti, la telefonata che Zabena è riuscito a fare alla madre per avvisarla della situazione: “Non ce la faranno, ho paura di morire qua…”. Poi la linea è caduta. E i soccorritori hanno potuto solo estrarre il suo corpo da un’automobile completamente sommersa d’acqua.
Il sindaco di Rivarolo, Alberto Rostagno, che ha trascorso la notte sul posto insieme ai colleghi di Feletto e Favria, ha spiegato che il Comune possiede tre pompe che entrano in funzione per svuotare il sottopasso quando si verificano situazioni di emergenza: in questo caso la loro azione non è stata sufficiente, per la violenza delle piogge e l’accumularsi di detriti e fanghiglia. Per tutto il giorno successivo vigili del fuoco e cantonieri comunali hanno lavorato per sgomberare il tunnel. Rostagno ha spiegato che l’allarme per il tunnel allagato è stato dato immediatamente, ma i pochi minuti che ci sono voluti perché i cantonieri si recassero a posare barriere a chiusura del sottopasso non sono bastati a salvare la vita a Zabena. Ora la promessa di studiare soluzioni diverse per evitare che simili tragedie si ripetano.
Frattanto la Procura di Ivrea ha aperto un fasciolo, per il momento senza ipotesi di reato, sulla vicenda; nel frattempo sta acquisendo tutte le relazioni di chi è intervenuto nel tunnel. Il procuratore Giuseppe Ferrando ha dato il nulla osta ai funerali.