(Fabrizio Dassano)

Per chi ancora non se ne fosse accorto, è arrivato anche stavolta l’Anno Nuovo! Quindi stiamo attenti a quando scriviamo la data che non siamo più nel duemilaventuno, bensì nel duemilaventidue.

Liberi di lasciare luminarie e alberi montati, tanto mancano solamente 352 giorni al prossimo Natale. L’unica accortezza e spegnerli per le festività pasquali per non ingenerare dubbi e confusioni.
A Capodanno la città si è svegliata esattamente come il giorno prima, e anche il giorno successivo non è stato molto dissimile dal giorno precedente. Il fiume ha continuato a lambire il Lungo Dora, il mattino presto ha fatto freddo come nel 2021, più o meno. La patinoira di piazza Ottinetti infatti è restata perfettamente congelata.

Dunque che dire dell’Anno Nuovo? Sicuramente per quanto ci riguarda il Dito Nuovo sarà come per il Dito dell’Anno passato anche se ci resta ancora il ricordo di qualche “can dito” mangiato col panettone (nemmeno questo, per coloro che preferiscono il pandoro).

L’ex vicino non ha mandato gli auguri per l’Anno Nuovo. A pensarci bene non me li aveva mandati nemmeno l’anno scorso. Allora gli ho fatto avere una missiva in cui gli chiedevo spiegazioni. Il singolare individuo mi ha detto che la numerazione del calendario in vigore qui da noi (Gregoriano) per lui non ha molto significato, anzi, la trova pure arbitraria! Infatti oggi 13 gennaio è anche il 31 dicembre 2021 nel calendario Giuliano (infatti mi ha detto che stanotte tirerà dei razzi e dei botti perché le ordinanze di divieto riguardavano il 31 dicembre del calendario Gregoriano).

Poi – ha scritto – che siccome noi qui in città ce la tiriamo per le origini romane di Eporedia, mi ha sottolineato con enfasi che per coerenza il tempo dovremmo contarlo Ab Urbe Condita, che non è una salsa di condimento dell’arrosto del pranzo di Capodanno, ma vuol dire “dalla fondazione di Roma”. E saremmo all’anno 2774, Idibus Ianuariis. Ma poiché ormai la realtà islamica è un dato di fatto, oggi è il giorno 9 yawm al-khamis del 1443, mentre il calendario ebraico segna invece l’11 Shevat del 5782. In uno slancio erudito-almanaccoide, l’ex vicino si è addirittura avventurato anche nel calendario Maya (che non è la margarina omonima) che dice praticamente che oggi è il 13.0.0.3.10, 8Muan, 12 Oc Tzolkin.

Tanto per non scontentare nessuno, per il calendario lunare cinese oggi è ancora l’11 dicembre dell’anno 2021 chiamato Xin Chou che vuol dire “bue di metallo” (ma il mio ex vicino ha cura di specificarmi che la carne in scatola non c’entra nulla). Inoltre, poiché l’eporediese fu un tempo anche la “Silicon Valley” canavesana, egli afferma che esiste anche un conteggio nato con l’avvento del computer: oggi è infatti il giorno 1642032000 secondo il sistema operativo Unix e anche il 44574 giorno seriale Excel (PC) e 43112 (Macintosh). Per concludere aggiunge pure che oggi è il Quartidì della III decade del mese di Nevoso del 230° anno della Repubblica Francese.

Eliminato ogni ulteriore commento, mi ha lasciato un cartoncino allegato con il nuovo calendario dell’era contemporanea “valevole per Ivrea e Canavese”. Si tratta del “Wuhan 2022”: secondo questo bizzarro calendario oggi è il 774 gennaio 2021, perché era il 31 dicembre 2019 quando la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan dichiarò all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) un cluster di casi di polmonite a eziologia ignota nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei.

Era iniziata l’età contemporanea. Era iniziata la fuga del mio ex vicino.14