(elisa moro) – Essere sentinelle per la Chiesa: questo l’invito che Mons. Franco Lovignana ha rivolto, domenica 10 settembre, alle vergini consacrate nell’ Ordo Virginum del Piemonte e della Valle d’Aosta, riunite nell’annuale convegno, svoltosi, quest’anno, proprio nel Capoluogo valdostano.
Una realtà moderna e “provocante” quella dell’Ordo Virginum, apparentemente “inutile” rispetto al metro di giudizio della nostra società, ma che conta, nella sola regione pastorale piemontese, una sessantina di consacrate e un gruppo, in crescita, di donne in cammino di discernimento e formazione.
Una vocazione silenziosa, che cresce e fermenta, come il “lievito” evangelico, di donne “comuni” – “qualsiasi”, per citare il Vescovo – e, insieme, spose di Cristo, chiamate alla testimonianza e alla vigilanza, al supporto e all’aiuto costante verso i fratelli, all’amore e dedizione totale verso la Chiesa.
Lo splendido scenario alpino ha fatto da scenografia naturale all’intera giornata di condivisione e di riflessione, aperta proprio dalla Santa Messa delle 11, celebrata nella Cattedrale di Aosta da Mons. Lovignana e concelebrata da Don Paolo Ripa, responsabile, per molti anni, della formazione in vista della consacrazione per la Diocesi di Torino e non solo.
Rimarcando la necessità di una autentica “amnistia del cuore”, nel corso dell’omelia, il presule ha richiamato l’importanza della comunione tra le consacrate, chiamate così ad essere segno di unità, immagine viva della Chiesa nel mondo.
La visita nell’area museale e nel sottotetto della Cattedrale, dove si trovano, ancora perfettamente conservati, affreschi risalenti all’anno Mille, ha rappresentato un momento di arricchimento culturale e spirituale, permettendo a tutti i partecipanti di conoscere e approfondire la storia della Chiesa locale valdostana.
La Chiesa locale, la Diocesi: proprio questo è il campo d’azione e di servizio, la terra di missione da cui si può “prendere il largo” per le consacrate dell’Ordo Virginum, che rappresentano un dono prezioso, una ricchezza caratterizzata da una molteplicità di carismi.
“Solo imparando a respirare sempre più con la vostra Chiesa diocesana” – così concludeva la relazione pomeridiana Mons. Lovignana – “potrete aprirvi al mondo intero”: solo vivendo con costanza il vigile atteggiamento della sentinella è possibile far proprie le parole di un Santo Vescovo dei primi secoli:
“Allontani da noi il Signore il sonno dell’infedeltà e dello sconforto; ci conceda la Sua grazia e la Sua misericordia, perché possiamo vegliare sempre nella fedeltà a Lui. Infatti la nostra fedeltà può vegliare in Cristo” (Cromazio di Aquileia, Sermone 32, 4), indossando ogni giorno le “armi della luce” (Rm. 13, 14) per diventare, come ricordava Papa Francesco in occasione della giornata della vita consacrata, “canali della consolazione del Signore e testimoni gioiosi del Vangelo, pronti a curare le ferite dei poveri e dei sofferenti”.