Di questi giorni di bombardamenti visti in televisione siamo veramente saturi e spaventati; quella che ormai certifica un allargamento dei fronti di guerra in Libano rende sempre più tragica e drammatica la situazione in Medio Oriente.
Noi Italiani spesso siamo visti positivamente all’estero anche per la grandissima disponibilità di monumenti e vestigia presenti sul territorio, che ci rendono dotati di particolare senso artistico e sensibilità alla conservazione dei beni culturali. Sicuramente ciò è frutto di un percorso di civiltà dovuto negli ultimi secoli ad una sempre più elevata scolarizzazione, ma – soprattutto – agli anni di pace che ci separano dall’ultimo conflitto mondiale.
Ma non sempre è stato così e la sensibilità al bello e alla sua doverosa tutela non è qualcosa di scontato. Per dire: oggi, 26 settembre, ricorre l’anniversario della parziale distruzione del Partenone di Atene nel 1687, a causa di una forte esplosione di polvere da sparo causata dal bombardamento condotto dalle forze Veneziane guidate da Francesco Morosini, che stavano assediando i Turchi ottomani.
Con la guerra tra l’Austria e l’Impero Ottomano, la Repubblica di Venezia colse l’occasione per cercare di riprendersi i territori persi durante le guerre precedenti. Capitano Generale da Mar venne nominato Francesco Morosini, mentre per comandare i Fanti da Mar venne richiamato dalla Germania Nicolò, conte di Strassoldo. I Turchi assistettero impotenti al dispiego delle navi veneziane nel Pireo e si richiusero nella “fortezza” conosciuta oggi come Acropoli.
I Veneziani, che avevano 4 grossi mortai, incominciarono l’assedio della città difesa da circa 300 ottomani. Le palle di cannone colpirono il lato ovest dell’Acropoli dopodiché vennero sparate le palle a parabola per colpire gli avversari, finché un ufficiale delle truppe mercenarie tedesche puntò i mortai verso il Partenone dove i Turchi avevano eretto un minareto.
Alla fine fecero centro sulla polveriera custodita all’interno del tempio, facendo esplodere le munizioni e danneggiando gravemente il monumento simbolo della civiltà greca. Solamente dopo tre giorni i turchi si arresero ed i Veneziani presero possesso della città di Atene.
La cosa singolare di questa “vittoria” fu che il dominio veneziano su Atene durò appena 6 mesi, perché ci si rese conto che la città era indifendibile da un attacco ottomano.
I Veneziani si portarono a casa alcuni souvenir, tra cui i Leoni del Pireo che sono ancora oggi all’ingresso dell’Arsenale. Ma alla fine della guerra la pace di Carlowitz decretò, tra l’altro, la consegna alla Repubblica di Venezia del Peloponneso, quella grossa penisola che sarà poi resa isola dallo scavo del canale di Corinto realizzato tra il 1881 e il 1893.