La terapia del dolore cronico è da molto tempo inserita nell’organizzazione dell’ASL TO4, dove è presente, nell’ambito delle strutture operative di Anestesia e Rianimazione che fanno capo al Dipartimento di Emergenza, una rete di servizi per la terapia antalgica, con ambulatori dedicati presso l’Ospedale di Chivasso, di Ciriè e di Ivrea. Ora è però disponibile una nuova arma contro il dolore cronico, una tecnica mini-invasiva basata sulla radiofrequenza, che va ad ampliare lo spettro di trattamenti disponibili; inizialmente è disponibile presso l’ambulatorio di Terapia Antalgica dell’Ospedale di Chivasso e subito dopo sarà estesa a tutti gli ambulatori di Terapia Antalgica dell’ASL TO4.
“Il trattamento con radiofrequenza – spiega il Direttore del Dipartimento di Emergenza, dottor Enzo Castenetto – viene utilizzato per ottenere una riduzione a medio-lungo termine del dolore, in maniera molto più efficace rispetto a una semplice iniezione all’interno di un’articolazione o intorno a un tendine o a un legamento”.
In corrispondenza dei nervi responsabili della trasmissione del dolore sono inseriti degli aghi la cui punta viene riscaldata grazie alla corrente a radiofrequenza, generando una lesione termica in grado di interrompere il circuito che porta gli stimoli dolorosi al cervello. Il trattamento avviene in totale sterilità all’interno di una sala attrezzata e i bersagli sono individuati con l’utilizzo dei raggi x e dell’ecografia, il che rende la metodica sicura. L’intervento con radiofrequenza avviene in regime di day hospital, in anestesia locale e senza necessità di praticare tagli; gli aghi utilizzati hanno dimensioni paragonabili a quelli impiegati nelle iniezioni intramuscolo.
Sono numerose le condizioni dolorose che rispondono bene al trattamento.
La lombalgia, la cervicalgia, la sciatica e in generale le patologie legate all’artrosi della colonna vertebrale e all’ernia del disco sono le più frequenti, tuttavia il campo di applicazione comprende il dolore oncologico, i dolori articolari cronici (ginocchio, spalla anca), le neuropatie, le nevralgie, la cefalea, le arteriopatie periferiche, il dolore di parete toracica, il dolore addominale e quello pelvico-ginecologico.
“I vantaggi sono molteplici – conclude il dottor Castenetto. La riduzione del dolore permette una diminuzione dell’assunzione di farmaci antidolorifici, con evidenti benefici per il paziente in termini di riduzione degli effetti collaterali. La natura mini-invasiva del trattamento consente una rapida ripresa funzionale e un pronto ritorno alle attività quotidiane e, in alcuni casi, permette di posticipare o addirittura di evitare interventi chirurgici invasivi”.