(Fabrizio Dassano)
Fare ridere in queste ore è quasi impossibile. Lo fanno forse le tv generaliste con dei programmi ridanciani che lasciano lì, interdetti: il mio ex vicino ha abbattuto l’antenna della propria televisione con un razzo di capodanno rimasto inutilizzato.
Vlad Putin aveva calcolato tutto: dopo la pandemia ha lasciato finire Sanremo e le Olimpiadi per via della “tregua sacra” e appena i virologhi sono usciti di scena, ha scatenato l’inferno e ci ha sbattuto i carri armati.
Il mio ex vicino ha riattivato la comunicazione punto – linea del codice Morse. Con non senza qualche difficoltà trascrivo i suoi deliri su un foglio di carta. Riferisce che l’altro giorno strani velivoli bimotori atterravano per poi ripartire dal lago. Alte colonne di fumo si stagliavano sulle montagne. Ha deciso quindi far suonare l’allarme nel pollaio e tutti si sono radunati ai propri posti tra i sacchetti di sabbia. Solo la Penny-cane continua ad eseguire controvoglia gli ordini. L’attesa è snervante.
Come è snervante guardare la tv che fa vedere solo una piccola parte di ciò che succede sul campo e che è già fin troppo. Il ricordo alla guerra di disgregazione della ex Jogoslavia è immediato: nessuno vuol tornare indietro. Un esercito di nuovi esperti di Nato, Russia, Usa, strategia e geopolitica, ri-raccontano all’infinito, come in un perverso giochi di specchi, il procedere del tempo della guerra che ha preso brutalmente il posto ad un meritato periodo di pace mediatica dopo la pandemia e le sue narrazioni.
Va così quest’epoca: la Prima guerra mondiale fu seguita da una tragica pandemia chiamata “febbre spagnola”, qui si sta realizzando il contrario: una guerra dopo una pandemia. Da intercettazioni varie, l’ex vicino asserisce che il dittatore Vlad Putin, il nipote del cuoco di Lenin prima e di Stalin poi, il più famoso Spiridon Putin, è andato su tutte le furie quando ha saputo di altre pesanti ritorsioni in arrivo: proibita l’insalata russa nei ristoranti del Canavese, compresa la variante tonno-capperi, bandita la vodka, chi viene trovato con un barattolo di caviale rischia il carcere e una pesante ammenda in rubli.
Vietati l’abramide salato seccato, l’acetosa sminuzzata, l’acqua minerale Essentuki, le alghe marine con i crauti, le alici nel sugo di pomodoro e anche la variante con i peperoni. Si rischia la corte marziale con le amarene surgelate, gli anelli di calamaro affumicati e la Mortadella “Malishka” Monolith. L’internamento coatto in un centro di cura mentale se si viene scoperti a detenere una bottiglia di bibita analcolica gassata “Tarhun” da 1500 ml.
Via libera invece alla torta Malakoff preparata con Pan di Spagna, panna montata e crema al Cointreau. Prende il nome dal bastione Malakov (poi occidentalizzato in “Malakoff”) che venne conquistato dal generale Aimable Jean Jacques Pelissier nel 1855, durante la Guerra di Crimea (1853-1856) combattuta duramente contro la Russia zarista.