Nel salone pluriuso comunale, domenica scorsa, la direttrice dei corsi dell’Uni3 di Caluso, Maria Teresa Binello, ha moderato il convegno “La donna e le sue conquiste”, organizzato dai Comuni di Candia e di Barone, in collaborazione con l’associazione Levi Montalcini e l’Università delle Tre Età calusiese, in occasione della Giornata internazionale della donna.
Sul palco otto donne che si sono affermate nella loro vita in diverse professioni: tre medici, Giovanna Manna, Franca Garetto e Federica Actis Perinetti, insieme a Piera Levi Montalcini, Paola Bianchetta, Marina Nuccio, Alice Manfredi e Chiara Scognamiglio hanno raccontato il loro percorso di studi e di vita per poter arrivare ad occupare i posti di lavoro che le impegnano.
Ognuna di loro ha messo in luce le difficoltà incontrate, sia in fami[1]glia che nell’ambiente lavorativo per imporsi.
Piera Levi Montalcini ha ricordato che al Politecnico di Torino le ragazze iscritte, negli anni ‘60, erano meno di una decina, mentre Marina Nuccio, magistrato, ha letto un passo di uno scritto del 1957 in cui un uomo di legge sosteneva che la donna è “fatua, superficiale, approssimativa, testardetta ed inadatta a giudicare”.
Tuttavia lei, che avrebbe voluto iscriversi all’Accademia navale – ma non le era consentito perché donna –, riuscì ad accedere alla carriera in Magistratura che solo nel 1963 fu aperta al genere femminile.
Sono poi intervenute Alice Manfredi, giovanissima milite dell’Arma dei Carabinieri (ha solo 23 anni) in servizio a Chivasso, che ha scelto questa professione perché ha sempre avuto un alto senso del dovere, e Chiara Scognamiglio, vicecomandante della Polizia locale del Comune di Caluso e ora “in prestito” al Comune di Favria dove ricopre la carica di comandante: lei aveva par[1]tecipato a suo tempo, quasi per scherzo, al concorso indetto dal Comune di Ozegna e aveva vinto, entrando in un mondo di lavoro prettamente maschile.
Paola Bianchetta, dirigente dell’Istituto scolastico comprensivo calusiese, dopo aver presentato il suo percorso di lavoro, passato attraverso diversi ordini di scuola, che l’ha condotta al suo attuale incarico, ha messo in luce i pregiudizi e gli stereotipi che si trovano anche nella lingua (la mamma stira, mentre il papà legge, per esempio) e che non offrono la stessa parità fra uomo e donna.
Infine i tre medici hanno evidenziato le difficoltà incontrate nei servizi di guardia medica, o i preconcetti dei colleghi.
A proposito di tabù, Marina Nuccio ha ricordato un episodio occorsole quando era magistrato a Locri: convocata una persona nel suo ufficio per un interrogatorio, questi, una volta entrato e avendola vista seduta dietro la scri[1]vania, le chiese di essere contattato quando fosse arrivato il magistrato; lei si rivolse al comandante dei Carabinieri affinché spiegasse al convocato che il magistrato era lei.
Anche Franca Garetto, dopo aver vinto il concorso per chirurgia alle Molinette, dovette confrontarsi con il primario che le fece sapere di non volere donne nella sua équipe.
Belle testimonianze di donne che dimostrano che l’intelligenza supera tutti gli ostacoli che la vita “mette di traverso”.
Il convegno è stato aperto da Alessio Bertinato e Mario Mottino, sindaci dei due Comuni promotori, che hanno offerto un fiore alle signore che, con semplicità e competenza, hanno intrattenuto il pubblico in sala.
Franca Sarasso
Redazione Web