Nativa del villaggio di Ndërfushaz in Albania.

Incaricata d’insegnare nelle scuole elementari di due paesi, trasmise clandestinamente anche il catechismo.

Arrestata con alcuni familiari il 10 agosto 1949, fu condotta nel carcere di Scutari, dove, per non aver rivelato il nome dell’uccisore di un politico comunista e per non aver voluto concedersi ad un membro della Sigurimi (la polizia di regime), subì torture atroci.

A causa delle privazioni subite, fu ricoverata all’ospedale civile di Scutari, dove morì.

I suoi resti mortali, riesumati dopo la caduta del comunismo in Albania, attualmente riposano nella chiesa delle Stimmatine a Scutari.