Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, ma si compiace della legge del Signore” (Salmo 1, 1-2). “Beato” è l’aggettivo che inaugura il libro dei Salmi (cfr Sal 1,1) e che ricorre centinaia di volte nella Bibbia, toccando il suo culmine nella nota pagina della Beatitudini, presente sia nel Vangelo di Matteo (Mt 5,1-12), sia in quello di Luca, proposto in questa domenica (Lc 6,17.20-26); esse infatti che rappresentano “doni di Dio di cui rendere grandi grazie per ricompense che ne derivano, il Regno dei Cieli nel secolo futuro e la consolazione qui” (Pietro di Damasco, in Filocalia, vol. 3, p. 79).

Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente” (v.17). Se Matteo colloca l’episodio delle Beatitudini, definite da Papa Francesco come vera “carta d’identità del cristiano” (09/06/2014), nel quadro più ieratico del monte, rimando al Sinai, Luca le situa a valle (Es. 19), nel luogo della missione dei discepoli verso l’intera Chiesa, già prefigurata nella presenza di abitanti della Fenicia, definiti come folla (laos), ma anche popolo eletto. Cristo scende verso il basso, ma simbolicamente ciò richiama allo spogliarsi verso la condizione umana (Fil. 2, 6-11), “risanandoci, discendendo verso le nostre piaghe, per renderci partecipi della sua natura celeste” (Sant’Ambrogio, Esposizione Luca, 5).

Beati voi poveri…Guai a voi ricchi” (v.20.24). Cristo, per l’Evangelista Luca, non si rivolge in terza persona, come per Matteo, ma direttamente ai discepoli, indicando la prossimità del Regno di Dio, già gioiosamente annunciato, da Maria, nel canto del Magnificat: “ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote” (Lc. 1, 53); un Regno che “avrà il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia” (Benedetto XVI, 14/02/2010). Alle beatitudini fanno seguito quattro “guai”: sono una forma letteraria tipica del linguaggio profetico (cfr. Is 5,8-24), ma occorre comprenderne meglio il significato. L’espressione greca Ouai (guai), in ebraico Hôi, è il lamento funebre. Gesù non sta minacciando, ma piange già come morti coloro che hanno scelto di non seguire Lui, vera Via e Vita del mondo.

Le Beatitudini sono quindi un messaggio decisivo nel cammino di fede: “Il Signore ci aiuta a guarire dalla miopia cronica che lo spirito mondano ci contagia. Con la sua Parola paradossale ci scuote e ci fa riconoscere quello che veramente dà senso e pienezza alla nostra vita” (Papa Francesco, 17/02/2019).

 

Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme
e dal litorale di Tiro e di Sidòne. Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo.
Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.