Già diacono, desideroso di una vita più perfetta, entrò tra i Domenicani a Pisa nel 1396.
Come priore, diede impulso alla riforma dell’ordine. Ricoprì anche gli incarichi di maestro dei novizi, insegnante di teologia, predicatore e direttore di anime. Quando Pistoia e Fabriano furono colpite dalla peste, incurante del contagio, si distinse nell’accudire i malati.
Venne soprannominato “arca di scienza” ma fu anche uomo di dure penitenze, vigilie e digiuni, che lo resero un maestro di ascesi.
Il suo corpo si venera a Pistoia, nella Chiesa cittadina dei Domenicani.