(Filippo Ciantia)
Siamo stati tutti conquistati dal discorso di Roberto Benigni al Festival del Cinema di Venezia, quando nel ricevere il Leone d’Oro alla carriera lo ha attribuito alla moglie Nicoletta Braschi. Roberto si è tenuto solo la coda, giusto per scodinzolare di gioia, mentre Nicoletta si è meritata il corpo e, soprattutto, le ali del leone, perché tante volte agli occhi del marito è volata in alto nella recita e nella nobiltà della sua persona.
Il grande attore ha trasformato quarant’anni di vita in pura poesia alla sua donna, al mistero della sua amata sposa donatagli dal Mistero che li ama. Facendo suoi i versi di grandi poeti, ci ha commossi: Tu sei “Paradiso alla mia mente”, tanto che c’è una sola “maniera per misurare il tempo: con te o senza di te”.
Quando nel 1999 vinse l’Oscar, dopo l’annuncio da parte di Sophia Loren, balzò sulla poltrona e raggiunse il palco camminando sulle poltrone e le teste delle stelle di Hollywood: dopo aver ringraziato in Italian-English per la “grandinata di generosità della giuria”, anche allora dedicò l’intera statuetta d’oro a sua moglie Nicoletta.
Giovanni Paolo II dopo aver visto il film “La vita è bella”, rimase in silenzio e poi esclamò “Mi hai fatto piangere, c’è tutta la mia vita lì dentro”. Da anni Dante ci è diventato familiare grazie alla profondità interpretativa, sia nel senso del significato sia nella recitazione, del genio toscano.
Da dove nasce l’umanità profonda di un attore, regista, poeta che fa onore alla nostra stirpe? Come si origina la coscienza che solo da un amore proviene tutta la sua straordinaria personalità?
Il comandamento preferito da Benigni è “Onora il padre e la madre”, il primo dei comandamenti “orizzontali”, che, a differenza dei primi “verticali” dedicati al rapporto con Dio, è posto all’inizio delle regole di vita tra le persone.
Benigni nacque a Castiglion Fiorentino nel dopoguerra. Il papà, Luigi, era andato in guerra e da anni non c’erano sue notizie. Finita la guerra, tutti erano convinti fosse morto, tranne la moglie Isolina. Una mattina Isolina andò al santuario della Madonna del Bagno e offrì, assieme alla figlia Bruna, 4 piccole anatre, dicendo “È tutto quello che ho, le offro ai poveri”, Luigi, dopo anni di prigionia e tre mesi di cammino attraverso l’Europa tornò a casa.
Così nacque Roberto, in località Misericordia.