Si presenterà Mercoledì 14 settembre, alle ore 21,00, nella sala della Nuova Torre, il secondo libro di Maura Maffei sulla tragedia dell’Arandora Star, “Quel che onda divide.”

Quella dell’Arandora Star è una delle ferite dimenticate della seconda guerra mondiale, forse per gli orrori ancora più grandi che quella guerra porterà nella vita delle persone e che, dopo  la Liberazione, saranno la colonna portante della narrazione raccontata sui libri di scuola.

“Io – dice il Sindaco Luigi Sergio Ricca (che ha curato la prefazione del libro)ho incontrato quella storia per caso, lavorando ad un mio libro fotografico su Bollengo, chiedendo informazioni su una fotografia di famiglia all’amico Edoardo Ceresa, residente in Scozia, bollenghino di origine,  tornato in paese per qualche giorno di ferie. Un uomo nella foto era suo nonno Edoardo, una delle vittime dell’Arandora Star. Scoprii così quella tragedia, i nomi degli altri otto compaesani scomparsi, nacque l’idea di un monumento a loro ricordo”.

Maura Maffei, invece, scrittrice che vive e lavora a Casale Monferrato, quella storia la conosce bene, ne ha già scritto qualche anno fa con il libro “Quel che abisso tace” e ne ha creato un vitale spazio di ricordi sui social,  portando ad un pubblico vasto, strappandola dall’oblio più totale, la storia di quelle persone emigrate in Gran Bretagna in cerca di un lavoro dignitoso, ben integrate nella società, strappate alle loro famiglie solo perchè da un giorno all’altro, da apprezzati lavoratori diventano sinonimo di nemico fascista, senza per altro, nella stragrande maggioranza, esserlo.

Si tratta di 800 lavoratori che, dopo l’entrata in guerra dell’Italia a fianco di Hitler il 10 giugno del 1940, vennero imbarcate il 1° luglio 1940 sulla nave da crocera Arandora Star per essere deportate in Canada. Il 2 luglio la nave fu affondata da un sommergibile tedesco, e 446 italiani perirono annegando. Nove di loro erano Bollenghini, ed i loro nomi sono ora ricordati su un monumento inaugurato il 2 luglio 2020, 80° anniversario della tragedia.

“Devo dire – continua il Sindaco Ricca – che ho anche molto apprezzato, nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario della tragedia, le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il primo personaggio di quel livello cui ho sentito pronunciare parole di ricordo sulle vittime dell’Arandora Star, facendo riaffiorare le loro esistenze dall’abisso dei mari freddi in cui molti di loro ancora giacciono.Vite spezzate, inabissate, dimenticate. Non da Maura Maffei che con questo secondo romanzo ci ricorda che molte delle vittime sono ancora lì, in fondo al mare, e in “Quel che onda divide” ci parla di loro ma anche e soprattutto, anche se in forma romanzata, delle mogli, madri, figlie e figli orfani di quei padri, e questo mi è subito parso un altro atto di giustizia per quelle donne, che d’un tratto si videro private del loro mariti, fratelli, padri e che dovettero subire il supplizio delle morti e affrontare una nuova vita di nemiche in una terra che, per loro, era diventata una seconda patria.

L’Arandora Star trasportava uomini ma fu anche la tragedia di coloro che rimasero. Nel libro, Ciara, Lola, Mariuccia, Graziella, Eda, Adele, sono alcune delle donne descritte dalla Maffei, hanno il suono potente dell’amore di una vita insieme, dell’angoscia che le pervade per i mariti o i fratelli internati. Dell’ improvvisa, brusca deviazione da cittadine a straniere. La Maffei dipana il filo delle loro storie descrivendone con una potenza straordinaria le loro giornate di vedove annunciate , con una lirica così potente da far entrare il lettore nel fiume delle loro emozioni. Un romanzo storico costruito con un’attenta ricerca che si è nutrita di vite vere, di personaggi costruiti attraverso le testimonianze dei parenti che hanno fornito informazioni preziose per la narrazione e attraverso i carteggi di mariti, mogli e fratelli, lettere ritrovate e poi trascritte.”

Sarà presente anche Edoardo Ceresa, nipote dell’omonimo nonno, una delle nove vittime dell’Arandora Star, ideatore e sostenitore della realizzazione del monumento prima citato.

Saranno inoltre presenti altri parenti delle altre otto vittime bollenghine.