(elisabetta acide) – Il Benedizionale italiano (sezione prima) ha, tra i suoi peculiari adattamenti, alcuni suggerimenti per processioni tradizionali, come sono presenti in diverse comunità; perché  la Chiesa è chiamata “per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce…” (1Pt 3,9) ed è chiamata ad avere la “Benedizione per i benefici ricevuti” (Benedizionale CEI n.42), proclamando la lode di Dio rendendoGli grazie e invocando il suo aiuto (1Pt3,16).

Una delle antiche benedizioni (anche il Benedizionale la prevede accanto a quella del 2 novembre) è quella di “metà Quaresima”:

“Nella preghiera per le sorelle e i fratelli defunti in forza della comunione dei santi, la Madre Chiesa intende non solo raccomandare a Dio i morti, ma anche rinnovare e testimoniare la fede nella risurrezione della carne e nella vita eterna” (Benedizionale 1562).

Domenica 10 marzo si è dunque tenuto questo momento così sentito, presso il Cimitero comunale di Borgo Revel, assistiti dall’Autorità municipale della Polizia locale (che si ringrazia per la collaborazione, nella persona del Comandante Franco Lomater).

Alle ore 9,45, presenti la quasi totalità del gruppo Lettori della Parrocchia “S. Anna” di Borgo Revel (anche se le condizioni metereologiche erano davvero avverse), che hanno animato, con fede, la preghiera, insieme al parroco don Valerio D’Amico, che ha guidato la preghiera e la processione, ed ha ricordato l’importanza della preghiera per i defunti nel tempo Quaresimale:

“Cristo è il centro della vita del mondo e il mistero pasquale è il centro della vita di Cristo, ci prepariamo in questo periodo quaresimale con fede.

Siamo qui oggi in questo luogo dove la speranza cristiana ci accompagna.

Percorreremo il cammino “a ritroso”, dal sepolcro al Cenacolo: la Pasqua interseca la nostra vita, la trasforma, infonde la speranza oltre il dolore e la sofferenza umana, oltre la morte.

Cristo muore per i nostri peccati e risorge per la nostra salvezza, entra così in una vita senza fine e ci aspetta, ci accompagna.

La vita è un cammino incessante.

In questo cammino noi non siamo soli.

Il Risorto ha promesso: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. La vita deve essere un cammino di continua risurrezione.”

Il Cristianesimo è Gesù Vivo e vivente nel corpo della Chiesa e la Quaresima è l’occasione per rinnovare l’adesione a Cristo, quaranta giorni nei quali da quella “cenere in testa”, arriveremo a quell’ “acqua che lava i piedi”.

Digiuno, elemosina, preghiera.

Da quel “convertiti e credi al Vangelo” e quella cenere sul capo, a quel “non per essere servito ma per servire”, quell’acqua sui piedi, quel chinarsi di Gesù quale insegnamento per la carità verso i fratelli.

Sono venuto perché tutti abbiano la vita”: la Rivelazione del volto di Dio, l’immagine del “Padre… che manifesta al Figlio tutto quello che fa” (Giov.5,20) e Gesù “dona” e “si dona”.

Come Chiesa in preghiera camminiamo dunque, verso il Risorto.

La comunità di Borgo Revel, con il suo parroco, parte dal “cimitero” luogo antico quanto l’uomo che pian piano dall’antichità comincia a “seppellire i morti”.

Tutte le culture antiche avevano necropoli (città dei morti) o sepolcri (luogo per la sepoltura), tombe piramidali o mastabe, tumuli…, i cristiani hanno il “cimitero” (dormitorio, “luogo di riposo”).

Non è solo una questione “semantica”, dietro le parole (e le parole hanno un profondo significato), c’è la Speranza.

Forse a “vista” non cambia nulla, terra, marmo, grotte… ma “dietro a quelle pietre”, c’è la Speranza.

Il cammino dell’attesa.

Perché, come afferma Papa Francesco:

“La speranza cristiana è essere in cammino verso qualcosa che è, non verso qualcosa che io voglio che sia

“Io sono la Risurrezione e la Vita: chi crede in me anche se morto, vivrà” (Gv 11,25), quella “Vita” dopo la Risurrezione: “e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno”. (aula Paolo VI 1 febbraio 2017)

Dunque non vita per la morte, ma morte per la vita.

In cammino dunque, come comunità, come “famiglia cristiana” verso la Pasqua, in quella notte, dove la Luce arriverà a rischiarare quelle tenebre del peccato e della morte, del dubbio, dell’incertezza e della paura e dove la Speranza ci avrà fatto camminare con “occhi nuovi” verso Dio; come in quella notte, dove Nicodemo, cercatore di luce, troverà la sorgente della Luce.

La processione è terminata in Chiesa Parrocchiale con la celebrazione della S. Messa della IV domenica di Quaresima, con la preghiera allo Spirito Santo, affinché accompagni la comunità parrocchiale nel restante cammino quaresimale, cammino di riflessione attraverso quella Parola viva proclamata, soprattutto nei momenti di sconforto e difficoltà, donando la Sapienza per comprende appieno il significato della “meta”.

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