(elisabetta acide) – Ritorna il carnevale dopo – è il caso di dirlo – anni di “silenzio”.
La piazza diventa occasione per animare e aprirsi al proprio territorio in linea con i progetti che i gruppi parrocchiali portano avanti a tutto campo come luoghi privilegiati di educazione e aggregazione.
Non è nel Calendario liturgico annuale, ma le radici del carnevale sono molteplici: ebree, pagane, cristiane, e ci rimandano ad aspetti comuni dell’uomo di tutti i luoghi e di tutti i tempi.
Nel calendario delle festività ebraiche al carnevale corrisponde la festa dei Purim, che ricorda la salvezza di Israele dall’incombente persecuzione degli ebrei nel regno di Persia; salvezza conseguita, secondo il racconto biblico, dalla regina Ester.
Nelle religioni antiche il carnevale era il libero sfogo per la cacciata dell’ inverno e progressivamente, con l’ avvento del cristianesimo, la festa da rito pagano, si cambia in gaudio prima della gravità della Quaresima.
In questa mascherata avviene ciò che riscontriamo spesso nei salmi e nei profeti: essa diviene scherno di quegli dei che chi conosce il vero Dio non deve temere.
La giornata si è aperta con la tradizionale “fagiolata” organizzata e gestita dal Gruppo arcobaleno, il cibo della tradizione della “cena del maiale” fatto di cotiche, fagioli, salumi.
Sapori antichi e sempre apprezzati che il gruppo Arcobaleno ha saputo ricreare e condire con la simpatia della festa e dell’ aggregazione .
Il pomeriggio presso il teatrino Mafalda il gruppo IMatot ha organizzato giochi in maschera per bambini e famiglie.
Preziosa occasione quella dei ragazzi dell’ oratorio.
Stare insieme nella gioia.
Una parola – gioia – che sappiamo bene ricorrere spesso nel Vangelo e non dimentichiamo che il Cristiano è “l’uomo della gioia”, quindi ogni occasione è importante per diffondere la gioia.
Il carnevale che “ritorna” è un segnale di ecclesialità e di comunità, proprio perché è necessario mettere insieme le proprie diversità per costruire un “tutto” armonico che parte anche dai momenti di festa e di gioia .
L’entuasiasmo e la fantasia nella preparazione di un evento sono elementi fondamentali per costruire in parrocchia un “clima familiare” e collaborativo all’interno dell’oratorio e per dare ai ragazzi nuovi stimoli per la partecipazione.
La riflessione che, dunque, emerge è quella che occorre investire anche su questa festa che altrimenti darebbe adito a forme di consumo e di individualismo un po’ lontane dallo “spirito” della parrocchia.
La festa, non dimentichiamo, aiuta anche a riflettere con le sue maschere, i suoi balli, la sua “allegria” sulla libertà dell’ uomo:
“Dio non è il nemico della nostra libertà, ma il suo fondamento; è questo che dovremmo imparare di nuovo oggi.
Solo l’Amore che è onnipotente può essere il fondamento di una gioia senza paura”. (Joseph Ratzinger, “Cercate le cose di lassù”).