(elisabetta acide) – Un inizio del Triduo Pasquale, alle ore 19, nella Parrocchia di “S. Anna” di Borgo Revel, una celebrazione del parroco don Valerio D’Amico ,  per la Messa in Coena Domini, densa di quella gratitudine e gioia caratteristica del Giovedì santo che ci invita a pregare insieme, meditando la grandezza del suo Amore.

La Messa in  Coena Domini, è stata accompagnata in modo esemplare dal gruppo “Andar a Messa cantando” della Parrocchia, che con canti liturgici appropriati ha reso solenne la celebrazione.

Durante l’omelia, parlando ai presenti ed in particolare ai bambini della comunità parrocchiale che seguono i gruppi di catechismo, il parroco, ha sottolineato le parole importanti della liturgia del giovedì santo: Eucaristia, Sacerdozio, Servizio.

Don Valerio, con parole semplici ma ricche di significato, ha condotto una “catechesi” che può essere la sintesi della consegna di quella cena: Amatevi, Celebrate, Servite.

Tutti i  Vangeli riferiscono che Gesù, avvicinandosi la festa “degli Azzimi”,  la Pasqua ebraica, mandò alcuni discepoli a preparare la tavola per la rituale cena, in una  casa a Gerusalemme. La Pasqua è la più solenne festa ebraica e viene celebrata con un preciso rituale, che rievoca le meraviglie compiute da Dio nella liberazione degli Ebrei dal periodo egiziano  (Esodo 12) e la sua celebrazione si protrae dal 14 al 21 del mese di Nisan (marzo-aprile).

Come nel racconto del Vangelo di Giovanni, anche don Valerio, ha lavato i piedi ad alcuni parrocchiani, scelti tra i rappresentanti dei gruppi parrocchiali ed i priori delle feste annuali della parrocchia.

Un gesto importante, che racchiude il significato, con il gesto eucaristico, di quell’Amore di cui Gesù è stato capace: un “fare” di Gesù, più che un “dire”.

Il racconto del Vangelo è preciso: Gesù  “avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” e compie un gesto speciale: lava i piedi agli apostoli, un gesto riservato agli schiavi, un gesto di “dovere”, verso il padre, il marito, il padrone, un gesto che racchiude uno dei grandi insegnamenti di Gesù, l’esempio di seguirlo sulla via del dono totale, assoluto, verso i fratelli e verso il mondo.

Particolarmente significativo il gesto voluto dal parroco don Valerio, per la prima volta a Borgo Revel, dopo molti anni, per ripercorrere quegli istanti, , quando Dio compie il gesto dell’umiltà, e arricchisce il gesto di quelle parole pronunciate: “Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato” (Gv 15, 3), quella Parola che lava, che rende capaci di comunione, che è dono totale, assoluto, quella Parola che diventa concretezza della croce, che è “fino alla fine”, perché l’Amore di Gesù, salva, ci rende “capaci di Dio”.

Don Valerio, dopo aver compiuto, in occasione della sacra rappresentazione della Via Crucis lo stesso gesto, rivolto ai figuranti, ha voluto ripeterlo nella liturgia del giovedì santo: un gesto che sappiamo può essere omesso, ma un gesto che sottolinea l’importanza del “servizio”, un esempio per tutti i fedeli riuniti in assemblea: dobbiamo  “lavarci i piedi” gli uni gli altri nel quotidiano servizio vicendevole dell’amore, della generosità, del dono.

Ma dobbiamo lavarci i piedi anche nel senso che sempre di nuovo perdoniamo gli uni agli altri, per celebrare quella Comunione a cui Dio ci chiama.

Nella prima sera del Triduo Pasquale, Gesù ci lascia l’Eucaristia, pane e sangue per il nostro cammino.

Al termine della celebrazione,  verso l’altare della capella laterale, dedicato  alla Reposizione del Santissimo Sacramento,   il canto del Pange Lingua all’apertura della processione della reposizione  e del Tantum ergo sacramentum, alla chiusura del tabernacolo, ha accompagnato il momento di Adorazione Eucaristica.

I fedeli,  al termine della celebrazione eucaristica, hanno proseguito il momento di Adorazione , preghiera e riflessione,  meditando, grazie al gruppo Lettori della parrocchia,  il dono di amore di Gesù con letture guidate,  proclamazione di  Salmi e brani del Vangelo. 

Le campane non rintoccheranno, le croci saranno velate, l’altare disadorno, il tabernacolo vuoto… e in noi risuonerà quell’ “Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” ( Gv 15,9-17).

Amare è servire, è donare, è reciprocità, è amare e  lasciarsi amare, come Lui ha amato.