(elisabetta acide) – Forse le decisione coraggiose, cambiano le cose: meglio forse cambiano “le persone” e le comunità.

Non sappiamo quanto tempo ci vorrà per il cambiamento e neppure se il cambiamento avverrà, ma lo sappiamo, i tempi degli “uomini” non sono i “tempi di Dio” e le persone sono solo piccoli e imperfetti “strumenti” a servizio del “disegno di Dio”.

Ci proviamo.

Siamo partiti da una decisione condivisa per progettare alcune azioni, con l’obiettivo di esplorare pastoralmente e pedagogicamente alcune “strade”, per poter proporre una catechesi laboratoriale.

Negli anni passati, con esperienze pluri-quarantennali (ed esperienze più o meno “riuscite” nel corso del tempo, ne abbiamo vissute) abbiamo “esplorato” diverse strade, dall’ animazione catechistica, al catechismo smart ( fallimentare perché solo in funzione alla preparazione dei sacramenti), dall’ istruzione veritativa, attenta alla comunicazione e alla spiegazione del messaggio,  all’ istruzione pedagogica,  attenta al significato del linguaggio religioso,  dalla “comunicazione della fede”, che riflette sulla catechesi come atto comunicativo,  alla “catechesi educativa”, complementare dell’accoglienza e interiorizzazione della fede.

Strade diverse, impegno profuso…

Qualsiasi attività dialogata, pedagogicamente organizzata, che ha per scopo d’aiutare le persone e le comunità ad appropriarsi della fede e a viverla nelle sue differenti dimensioni. […] Essa non ha il potere di trasmettere la fede, ma il suo ruolo è di vigilare su tutte le condizioni – cognitive, relazionali, comunitarie, ambientali, ecc. – che la rendono possibile, comprensibile e desiderabile” 

(cfr. André FOSSION, La compétence catéchetique, in H. DERROITTE – D. PALMYRE (sous la direction d’), Le nouveaux catéchistes. Leur formation, leurs compétences, leur mission, Lumen Vitae, Bruxelles 2008, 15-32: 15.)

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Siamo partite dalla “comunità”, dalle “persone”, di chi ha voluto farsi coinvolgere, di noi è rimasto con servizio, perché forse l’efficacia della catechesi, parte proprio dal coinvolgimento di tutti i battezzati nel cammino comune e comunitario di “educazione”, come compito di tutti.

“Centralità delle persone”, siano esse adulti che bambini, perché tutti abbiamo bisogno di essere educati ed educare alla “vita bella e piena” del Vangelo (Gv 15,11).

Lo stimolo è sicuramente arrivato dal cammino sinodale, vissuto in modo più o meno convinto e partecipato in parrocchia, ma pieno di speranza e prospettive, soprattutto per chi ancora crede che il “nome della Chiesa è Sinodo”, e non solo uno slogan, una moda o altro.

Consapevoli allora che in catechesi come in tutte le strutture educative, il metodo è importante, ci siamo confrontati sulle finalità, sugli obiettivi, sulle prospettive, ed abbiamo convenuto che la rilevanza dell’inter-azione, dello scambio, del dialogo, dell’apprendere insieme, forse è una “strada che vale la pena di essere esplorata”, con coraggio e determinazione, non da soli, come catechisti, ma come comunità.

Nulla di nuovo, certo, i modelli educativi (e chi con i ragazzi lavora lo sa), sono molti e diversi, possono essere positivi ed efficaci per alcuni e nulli per altri, perché, ciò che può fare anche la differenza, non è il “copia e incolla” così tanto di moda e de-responsabilizzante, ma l’autentica passione educativa, e il cammino che si prova a fare insieme, per far crescere, per proporre “alternative” non più “seduttive” né “attrattive” (lo abbiamo sperimentato e sappiamo essere fallimentare – il mondo con le diverse proposte è decisamente più “seduttivo” di noi), ma “autentiche”.

I bambini, i ragazzi si accorgono subito se “di loro importa”.

I care: nulla di nuovo, perché non serve essere “luccicanti”, ma “autentici”.

In una situazione dove ci sono “tanti maestri”, il difficile è presentare “IL MAESTRO”: Uno, ma “autentico”.

Una “sfida”, tuttavia, che ci ha viste e ci vede “impegnate”.

La proposta, allora, è nata da questa convinzione: diventa importante, seppure nella piccola  (“insignificante” numericamente) parrocchia, cogliere le occasioni per realizzare esperienze “significative”, che tuttavia possono costituire un indispensabile strumento educativo.

Lo sappiamo: “senza esperienza religiosa non c’è comunicazione religiosa”, e il rischio è proprio quello di “assenza”, di scivolare in una “fede personale”, “intimistica” o peggio “fai da te”, “ridotta all’essenziale” (se per essenza si intendono i sacramenti o qualche celebrazione liturgica domenicale), ma non comunitaria.

La trasmissione della fede può avvenire  attraverso la narrazione di esperienze vissute, la condivisione, il coinvolgimento e la “proposta” di esperienze “da fare”.

Un compito fondamentale per chi fa formazione cristiana, quindi, è quello di “condividere” esperienze e di “far fare” esperienze, suscitandole, allargandole e approfondendole.

Obiettivo forse troppo ambizioso, ma perché non “impegnarsi”?

I “piccoli passi” forse sono quelli che tracciano il cammino ( se si vuole camminare e non stare alla finestra o sdraiati in poltrona o correre a fare scampagnate o pic nic meno impegnativi e magari più piacevoli) e il sentiero si costruisce con i passi di tutti.

Allora quindi un “modello laboratoriale”, che produce “trasformazione”, e che aiuta a stare insieme, a condividere, ad “esplorare”, non da soli, ma insieme.

Le proposte dei laboratori hanno condiviso e richiesto la collaborazione degli adulti della parrocchia e della comunità, nessuno escluso, aperti a tutti coloro che volevano dedicare qualche ora della loro vita ai piccoli, alla testimonianza, all’impegno, alla condivisione della proposta cristiana.

Dal mese di ottobre, dunque, settimanalmente, un incontro ed un “laboratorio” con uno sfondo educativo che interviene sulla persona nella sua globalità e che produce un cambiamento non solo e non tanto quantitativo (per accumulo di contenuti), ma “qualitativo”, che coinvolge “la persona” nella sua interessa, nelle sue relazioni e dimensioni, compresa quella spirituale e religiosa.

Proseguono i Laboratori di Catechesi, una esperienza che vuole coniugare la “trasformazione” esistenziale profonda con l’azione missionaria, primo momento di evangelizzazione, attraverso l’impegno e la testimonianza, la sensibilizzazione alla fede, l’accompagnamento, la maturazione, per una azione catechetica al servizio della fede, della persona, nella comunità.

“La fede è certamente un atto personale e, tuttavia, non è una scelta individuale e privata; ha un carattere relazionale e comunitario. Il cristiano nasce dal seno materno della Chiesa; la sua fede è una partecipazione alla fede ecclesiale che sempre lo precede. Infatti, il suo atto di fede personale rappresenta la risposta alla memoria viva di un evento che la Chiesa gli ha trasmesso.”

( Direttorio della Catechesi 2020).

Iniziati in avvento, hanno avuto uno sviluppo regolare nell’anno liturgico, accompagnando bambini e comunità con un coinvolgimento reciproco nello stile dell’annuncio,

Ruoli, spazi, forme alternative, con un unico intento: annuncio di Cristo e del suo Vangelo, attraverso le scritture, nella vita della Chiesa.

«tutta la formazione cristiana è prima di tutto l’approfondimento del kerygma che va facendosi carne sempre più e sempre meglio, che mai smette di illuminare l’impegno catechistico, e che permette di comprendere adeguatamente il significato di qualunque tema si sviluppa nella catechesi»

(Evangelii gaudium n. 165).

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Il pane, le candele della presentazione al tempio di Gesù e la purificazione di Maria, il presepe, la pittura, i dolci, la liturgia, l’arrivo di Mons Vescovo ( a cui è’ stato dedicato un lavoro artistico), il Natale,  i ricordi dei santi (S. Antonio, S. Biagio, S. Giovanni Bosco),  il canto nella liturgia, le origini bibliche della festa di Purim (Carnevale) ed ancora … le ceneri, la quaresima, la Pesah e la Pasqua cristiana, la preghiera… ancora tanto attende.

Occasioni allora per stare insieme ed accompagnare,  per aiutare le comunità a pensare “esperienze di cammino” di fede nuove, rinnovate, ma soprattutto insieme… perché nessuno venga lasciato indietro.

La comunità passa ancora da qui… con impegno, presenza e costanza.

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