Una grande azione liturgica di popolo; una catechesi animata, partecipata, vissuta; una preghiera comunitaria che parte dal cuore e si traduce nei gesti.
La Via Crucis vissuta venerdì sera, 24 marzo, a Borgo Revel, è stata tutto questo.
Un cammino insieme, inizialmente incerto, a tratti faticoso, ma fatto anche di gioia, di condivisione, di percorsi e di passi comunitari. La Via della Croce, rappresentata, per il secondo anno consecutivo, in quel “cantiere” di sinodalità che è frutto della condivisione e della comunione.
La scelta per questa Via Crucis, è stata, infatti davvero “sinodale”, fatta costruendo e meditando le “stazioni” della tradizionale via dolorosa, ma “reinventandole” alla luce di quel “laboratorio” che racconta un’amicizia, un miracolo, un percorso di fede e di conversione.
Quel “cantiere” che racconta di una casa, di una mensa, di amicizia, di verità.
C’era una grande attesa in Sant’Anna, la Parrocchia guidata dal Parroco Don Valerio D’Amico (che abbiamo visto e rivediamo nel nostro video, impersonare il…Protagonista),
Alle 20 tutto era pronto: i figuranti sono già “in postazione”, raccolti, concentrati, per un compito importante: rappresentare la Passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo.
Il tema condiviso è stato proprio quello di una Vi Crucis a sfondo “sinodale” come rappresentazione fisica e spirituale del percorso di fede.
La Via Crucis è la Via di Dio, la Via dell’Amore: è un cammino che Gesù fa da solo, verso il Calvario, ma per dirci che noi non siamo soli.
Da quando il Signore si è incamminato con noi non siamo più da soli.
È un percorso fatto insieme, prima di tutto con Lui che condivide le nostre lacrime e le nostre gioie, le nostre speranze e i nostri sogni.
La Via Crucis di quest’anno è stata caratterizzata dal percorso del nostro itinerario sinodale: una esperienza alla sequela di Cristo e della sua Croce, dove ascoltiamo non solo i sogni e le speranze di tutti noi, i desideri di una Chiesa che si lascia rinnovare dallo Spirito Santo, ma anche i tanti disagi, le povertà, la fatica dell’incedere con passi diversi e le ferite dei cuori e del nostro mondo.
Ci consola la silenziosa presenza di Maria che cammina anche Lei con noi, resta in piedi presso la Croce, apre le sue braccia per accoglierci come ha fatto con il Suo figlio. Sempre, senza afasie, anche quando deve dire, guardando il Crocifisso: “il mio ‘eccomi’ è lì, sulla Croce”.
I figuranti, ancora una volta decisamente numerosi (oltre 140) ed impegnati nelle diverse “stazioni”, hanno partecipato e seguito, nei diversi ruoli e reso, ancora una volta, “viva” intrecciando Parola, storia, preghiera.
E dobbiamo dire c’erano tutti: mamme, papà, figli, nipoti, nonni… una comunità in cammino, con i suoi giovani, con le sue persone, che “fanno comunità”, che “partecipano”, che sono frutto di quel cammino a piccoli passi che tutti insieme stiamo percorrendo da qualche anno.
Originale nel percorso, cambiato rispetto allo scorso anno e utilizzo della “logica sinodale” per una meditazione essenziale che sottolinea :
“E davvero troppo grande il mistero di amore che la persona di Gesù rivela perché non ci sentiamo invitati a sostare in silenzio davanti a lui. È un momento di sosta per ciascuno di noi, per me, per te. Facciamo tacere le nostre preoccupazioni, arrestiamo le nostre ansie, non lasciamo che desideri soltanto umani ci occupino il cuore. Il Cristo crocifisso sta al centro, al posto di ogni altra cosa, egli che non cancella le altre cose e nemmeno le allontana da noi; piuttosto ci fa comprendere ciascuna di esse in modo nuovo. Ti adoriamo in ginocchio, Gesù, senza trovare parole o gesti adatti per esprimerti ciò che sentiamo, ciò che proviamo di fronte al tuo corpo straziato per amore nostro, per amore dell’uomo. Qui tutto è giunto al suo culmine. Qui, Signore, ci hai rivelato che nel mondo c’è un amore più forte di qualsiasi peccato, più forte della stessa morte. E la tua croce è la porta mediante la quale entri incessantemente nella nostra vita.” (Così insegnava il Card. Carlo Maria Martini).
La Via Crucis è questo: meditare sul cammino di Gesù mettendosi in cammino, in preghiera, con la Bibbia, per conoscere Gesù, quel Gesù che si può conoscere solo passando attraverso la croce, con fede, con rispetto, con amore… perché non si conosce veramente se non ciò che si sperimenta e la “Via Crucis” è la più vera scuola di vita perché la vita è fatta di croci, di gioie e le croci che tutti abbiamo seguono l’esperienza della Croce.
Pasqua: l’ annuncio è una pace consolante.
Dio, come ci aiuta a capire Padre Ermes Bianchi:
“è passato attraverso la Croce e cammina con noi e con le nostre croci verso la guarigione e la bellezza”.
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I testi della Via Crucis sono stati curati dalla Prof. Elisabetta Acide e tratti da esegesi e meditazioni di S. Santità Benedetto XVI, del Card. Gianfranco Ravasi, di P.Ermes Ronchi.