Venerdì 4 novembre, al Teatrino Civico, terzo momento della rassegna “Immaginando 30“.

Titolo: “Andare in montagna presto per tornare tardi. Storie speciali di gente comune“.

E partiamo dal finale.

500 grammi di burro, 500 di zucchero, 250 di cacao amaro in polvere, 1250 di biscotti secchi sbriciolati, tre cucchiai di caffè in polvere, 10 uova, 5 cucchiai di rhum, 500 grammi di nocciole tostate.

Impastare tutto, dare la forma di un salame, avvolgere in carta stagnola e poi in frigo 30 minuti.

Con questa ricetta l’insuperabile Magna Ida – mentre gli altri raccontavano le loro avventure – ha impastato sul palco il salame di cioccolato e lo ha messo, mancando un frigorifero canonico, in una borsa-frigo piena di “siberini”.

Mentre il pubblico attendeva che il salame prendesse la sua consistenza, sul palco si sono alternati sette soci che hanno raccontato il loro amore per la montagna.

Quattro ci hanno portato su dirupi, sulle soste, con avventure particolari: come quella di Alessio che, scendendo da una parete insieme al suo compagno di cordata e altri quattro incontrati sul luogo, si è accorto che le corde erano elastiche, e all’atterraggio sulla sosta le corde si ritiravano; o quella di Riccardo che in sei giorni si è

divertito con più ascensioni, con compagni diversi, girovagando fra Alpi piemontesi e valdostane; o come Emiliano ed Elio che pernottavano in parete con sassi che, cadendo, tenevano loro compagnia.

Invece Cesarina, Mario e Sandro hanno narrato come si sono innamorati della montagna: chi grazie al compagno di vita ha incominciato ad alzarsi presto e si è attardato su cenge e radure a osservare il tramontare del sole o gli animali uscire dalle tane; chi, come Mario, ha vissuto la formidabile avventura dello Sci Cai, quando sei pullman, per quattro domeniche consecutive da dopo l’Epifania, salivano a Courmayeur, e quaranta maestri erano arruolati per i corsi dei chivassesi.

Partire al mattino alle 6,30, arrivare là, calzare gli scarponi ancora sul bus e dirigersi alle biglietterie per acquistare i giornalieri; e alla sera, tra un pisolino e l’altro, scherzare con i compagni di viaggio. Formidabili quegli anni, per dirla con il titolo di un libro di successo! Senza dimenticare Sandro che, ancora ragazzo, ha preso coscienza di fatti che straziano il cuore tutt’oggi: i migranti che oggi muoiono nel Mediterraneo e allora, gli algerini soprattutto, cercavano di passare il confine, emigrare in Francia morendo mentre scavalcavano le Alpi.

L’uomo non sembra avere imparato nulla dalla storia!

E allora… cosa c’entra il salame di cioccolato con tutto questo?

Eh sì che ha la sua importanza! Elena Piretto, che insieme a Elisa Vanin e Gianni Capello è una delle anime della rassegna, ha concluso la serata ricordando un verso di una poesia di Erri de Luca: “Considero valore“.

Per Elena i monologhi recitati dai soci danno un valore aggiunto

alla sezione, come è stato un valore la mostra di Palazzo Einaudi, piaciuta tantissimo, il pranzo preparato da Ida per il convegno del BiblioCai o il Sentiero Berruti che, quando lo percorriamo, ci fa sentire a casa.

Perché quelli del Cai si prendono cura delle attività proposte, le fanno sentire come “di sentimento e di passione”.

E poi tutti nell’atrio del teatino a mangiare, finalmente, il salame di cioccolato!

 

Franca Sarasso

Redazione Web