Sarebbe da ascrivere all’Animal Liberation Front (Alf), organizzazione di stampo anarco-animalista che aveva fatto la sua prima apparizione in Gran Bretagna nel lontano 1976, l’azione dimostrativa compiuta la scrosa settimana ai danni della sede della Coldiretti di Caluso, in corso Torino.
Oltre ad avere imbrattato di vernice rosso-sangue l’ingresso della sede, sulle vetrine sono state vergate le scritte “Sui corpi liberi nessun profitto” e “Pagherete tutto”.
Dalla sede dell’organizzazione agricola si accredita la tesi che l’atto di vandalismo sia da considerare una forma di contrasto alla battaglia che Coldiretti sta conducendo “contro il cibo sintetico e contro le multinazionali che lo producono”.
Tesi immediatamente sposata dall’onorevole Alessandro Giglio Vigna, che si è affrettato a portare la propria solidarietà a Coldiretti.
“Stiamo intraprendendo una dura battaglia contro il cibo sintetico – ha detto il parlamentare -. La sostituzione del cibo naturale con quello creato in laboratorio mette in pericolo il lavoro dei nostri agricoltori e allevatori, che forni[1]scono ai cittadini cibi sani e genuini, ottenuti nel rispetto della natura e delle norme che tutelano il benessere animale; il modello di mondo propagandato dai gruppetti turbo ambientalisti non avrà la meglio, difenderemo con tutte le forze il settore primario del Paese e la sua produzione”.
E ha aggiunto che “una società civile e un confronto sano non ammettono violenza e attacchi di questo genere: chi compie questi atti è un nemico della democrazia. Questi personaggi causano danni materiali ed economici e cer[1]cano di imporre il loro pensiero con questi miserabili gesti intimidatori”.
Redazione Web