(elisabetta acide) – Una “conferenza” lucida ed appassionata, una competenza biblica che dimostra come la Parola di Dio “nutrimento quotidiano” fruttifichi nella vita degli uomini e delle donne, come affermava San Paolo:

Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo (Eb 1,1-2).

E proprio di quel Figlio nelle sue ultime ore di vita, è stata la “lettura” sinottica dei Vangeli che ha condiviso con i presenti Suor Maria Teresa Vercellotti delle Suore di Santa Maria di Loreto, nell’ambito della Formazione diocesana dei catechisti  “Apostolato Biblico”.

Organizzata dal Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi eporediese, don Valerio D’Amico per offrire occasioni di “formazione” ai catechisti della Diocesi che operano nelle parrocchie, la serata (che vedrà la sua “replica” il giorno 25 marzo a Castellamonte) di mercoledì 13 marzo presso l’Oratorio di Caluso, ospiti della parrocchia di don Loris, ha “detto di Dio”; del Figlio che si è rivelato con quell’atto supremo di amore che è stato l’Incarnazione che ha manifestato il Volto di Dio Padre :  “Chi vede me, vede colui che mi ha mandato” (Gv 12,45).

Perché in Gesù abbiamo visto il compimento della Rivelazione, rivelato sulla Croce.

Con queste premesse ha preso avvio la conversazione di Suor Maria Teresa,  Laurea in Pedagogia indirizzo psicologico e  Licenza in Teologia morale ad indirizzo spirituale, Docente  in pensione IRC e di Sacra Scrittura presso lo Studio Teologico Eusebiano di Vercelli.

Tema della serata: i racconti della  passione  e morte di Gesù nei Vangeli.

Accanto alle premesse teologiche non sono mancate le osservazioni didattiche e pedagogiche importanti per un approccio narrativo dei racconti di passione per trovare la “giusta via” per raccontare una esperienza nella quale “entrare”, “immergersi” per aiutare a comprendere il centro della fede.

Racconti di passione, esposti con sintesi logica, quasi “atti” di un dramma, da leggere e comprendere a partire dalla consapevolezza che chi narra, in questo caso gli Evangelisti, raccontano una Persona, una storia vissuta, fatti che sono “salvifici”, che raccontano di un Dio di cui “ci si può fidare”, di un Dio che “fa la volontà del Padre”, di quel Padre che chiama Abbà, di quel Padre che “risponde” all’agonia del Figlio consolandolo (Lc).

E progressivamente, i dettagli vengono “alla luce”, con la lettura “progressiva” : Marco, Matteo, Luca ed infine Giovanni.

Tutti gli aspetti del “dramma” in quattro atti vengono analizzati: quell’addormentarsi degli apostoli, il loro non comprendere, il processo-farsa di notte davanti al Sommo Sacerdote e quello romano, con quell’andirivieni di Pilato, il rinnegamento di Pietro, nei racconti degli evangelisti e quello “sguardo” su Pietro raccontato da Luca.

E come una “sinfonia”, le voci degli evangelisti “narrano” di Dio, della sua identità, della sua regalità, del suo Amore, della Chiesa, di quella Chiesa presente sotto “quella croce”: Maria, il centurione, la folla, i notabili, i farisei, il discepolo che più amava… della sua morte che interpella.

Perché il Dio dei cristiani è un Dio vivente, che interpella; non è un “dio muto” come gli idoli che si sgretolano, è il Dio della vita che passando attraverso la morte, la vince.

Riflessione teologica e spirituale e riflessione esegetica e biblica: tutto in poco più di un’ora, per vivere con maggior riflessione e consapevolezza le ultime settimane verso la Pasqua.

Parole per “raccontare” e “narrare” il Mistero della croce e la Rivelazione di Dio.

Radicati nella storia, i Vangeli non sono tuttavia resoconti storici in senso stretto, “legati” alla comunità cristiana “raccontano” il Dio che si è Incarnato, che si è fatto uomo, che può essere “raccontato” nella vicenda storica del Figlio che rivela il Volto del Padre.

Ecco che il “racconto” della passione e della morte che passa attraverso i quattro Vangeli, “riletto” e “meditato” narra di “quella notte”, ma narra di quella vita, delle profezie, del “servo sofferente”, di “quell’agnello” , di quella “fratellanza” con gli uomini e di quella “figliolanza” con Dio, obbedienza alla volontà e dono di salvezza per l’umanità.

Vangeli che sono Persona, Verbo, Parola: Parola di Dio, dunque, per comprendere il piano di salvezza, come testimonia suor Maria Teresa che ha dato prova di una dimestichezza e conoscenza biblica, la Parola “rimuginata giorno e notte” (Sal 1), la Parola “digerita” (Ez 3), la Parola “custodita” (Lc 8,15), la Parola che deve “dimorare in noi” (Col 3,16).

Ogni catechista è chiamato a riflettere sull’importanza della formazione, una “necessità” per chi è chiamato a conoscere la Parola, a testimoniarla, a farne missione ed evangelizzazione. Formazione è docilità all’azione dello Spirito Santo, è umiltà, è arricchimento personale e comunitario, della propria vita di fede e di quella dell’ambiente nel quale si vive.

Le Diocesi che sanno offrire “formazione” di qualità, hanno a “cuore” la “cura” e la crescita delle comunità e della Chiesa, “accompagnano” chi “accompagna”, offrono occasioni per “partire senza indugio”, perché il cuore “arde” di quella Parola che non può essere trattenuta ma che deve essere donata.

Auspichiamo dunque, che i prossimi incontri, (il 25 marzo alle ore 20,45 a Castellamonte e i successivi incontri che avranno come tema annunciato dall’Ufficio Catechistico, “I vangeli di Risurrezione”) siano partecipati e vissuti dai catechisti, operatori parrocchiali, educatori, animatori… con vivo interesse, per ri-scoprire il Vangelo, annuncio di nuova relazione tra Dio e uomo, per trarre “linfa” per la propria vita di credente, che ha la sorgente nell’esperienza di fede con il Signore Risorto che diventa testimonianza con la parola e la vita.

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