Anche quest’anno, come lo scorso, l’Istituto di istruzione superiore “Martinetti” è stato protagonista e regista del Giorno della Memoria nella cittadina canavesana.
Alle 10 i ragazzi-cicerone del Liceo hanno accompagnato i loro compagni della secondaria di primo grado all’oratorio Sant’Andrea, alla visione del video “Salva una storia”, prodotto lo scorso anno, che ha vinto diversi premi a livello nazionale e regionale e ripercorre la vicenda di 22 ebrei internati tra il 1941 e il 1943 nella città dell’Erbaluce.
I ragazzi della “Gozzano”, dopo aver assistito alla proiezione e aver goduto dell’ascolto della colonna sonora eseguita all’arpa (da Alessia Bussetto della 5ª N), sono stati accompagnati in sala consiliare a vedere i documenti originali degli ebrei, e poi in via Bettoja alla formella commemorativa posta lo scorso anno.
Alle 11,30 in piazza Ninfa Albaluce è stato inaugurato il memoriale in ricordo della Shoah.
Si tratta di una struttura in elevazione in ferro, con ingombro di base di 3 metri per 3 e alta 3 metri che dà l’idea di una “casa prigione”; la struttura è poggiata su una base di cento formelle in ceramica.
Le piastrelle sono tutte diverse fra di loro e 22 riportano i nomi dei deportati.
Anche le sbarre sono 22: alcune hanno foglie di vite che rimandano alla vita e alla rinascita nel simbolismo cristiano ed ebraico, oltre che al legame di Caluso al vitigno autoctono dell’Erbaluce e rappresentano gli ebrei che si sono salvati, mentre 8 terminano con spezzoni di filo spinato.
Il color ruggine dell’opera è una precisa scelta stilistica: dona effetto materico all’opera, cioè che impiega la materia come mezzo espressivo.
Il memoriale è la risultanza di un lavoro di gruppo, ma è nato da una idea e da una progettazione di Vittoria Pavan della 3ª C.
La realizzazione in ferro è dovuta alla collaborazione delle classi 3ª L e 3ª C del Liceo artistico con la fucina di Leo e Valter Ladda, fabbri calusiesi, con la supervisione del professor Angelo Raffaele Villani durante un Pcto, la vecchia alternanza scuola-lavoro.
Alla cerimonia di inaugurazione il sindaco Mariuccia Cena, la dirigente scolastica dell’Iis “Martinetti” Katia Milano, la rappresentante di Fondazione Cdec (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea) di Milano Patrizia Baldi, il rappresentante della Comunità Ebraica di Torino Baruch Lampronti e Aldo Salassa dell’IStoReTo (Istituto Storia Resistenza Torino) oltre alle rappresentanze delle locali sezioni Anpi, Ana, Protezione civile e ad altre associazioni della città.
La professoressa Milano ha ringraziato l’Amministrazione comunale per il supporto dato alla realizzazione del memoriale, mentre il sindaco ha ricordato l’importanza della storia e della memoria storica.
Sono poi intervenuti Baruch Lampronti, che ha evidenziato il metodo scientifico di ricerca collegato al territorio e la capacità di collaborazione degli studenti, e Patrizia Baldi, che ha visto in quest’opera un esercizio di cittadinanza, libertà, fraternità e dignità, sottolineando poi la capacità di passare dalla microstoria alla macrostoria.
Aldo Salassa ha messo in luce un percorso esemplare di storia pubblica che esce dalle biblioteche e dai luoghi della storia partecipata, recuperando un episodio del passato da offrire al pubblico per riflettere.
Ha poi ancora ricordato Claudio Magris che, in una recente intervista, ha sostenuto che la Musa della storia non sembra più Clio che tesse, ma piuttosto Penelope che tesse di giorno per disfare di notte.
Occorre quindi ricostruire contro la dimenticanza.
A conclusione della cerimonia, ai fratelli Ladda è stata offerta una targa ricordo e un quadro.
Il sindaco ha ancora lodato alunni e docenti del “Martinetti” che (notte[1]tempo?) hanno piazzato le piastrelle.
“Sono passata ieri sera – ha detto – e non c’era ancora il basamento! Quando le avete messe? Stanotte?”.
Le formelle saranno ora rimosse e vetrificate per poi fissarle col cemento sull’aiuola in cui sorge il memoriale.
Accanto, un albero di magnolia che, a dispetto del freddo di venerdì, mostra già le gemme dei fiori che saranno i primi a sbocciare: anche questo un messaggio di gioia e serenità.
Franca Sarasso
Redazione Web