Vignolant”: vignaiolo in italiano, vigneron in francese: sì, corretto… ma anche qualcosina di più.

Vignolant è il conduttore della vigna, certo: ma di una vigna che ama profondamente, che percepisce inserita in un contesto ambientale e paesaggistico ben preciso, che è parte integrante della sua vita.

È per premiare questa dedizione – e la cultura in cui essa trova il proprio humus – che la Credenza vinicola di Caluso e del Canavese (attualmente guidata dal console credendario Domenico Tappero Merlo) aveva istituto a suo tempo la Festa del Vignolant: che, dopo le ristrettezze della pandemia, è tornata a essere celebrata con tutti i crismi.

Nell’ambito dei festeggiamenti, durante il pranzo al ristorante Mago, sono stati consegnati i diplomi ai “maestri vignolant 2022”, quei coltivatori di vigneti che, nel proprio territorio comunale – quest’anno si è aggiunto anche San Giorgio –, hanno saputo tutelare il “paesaggio vinicolo” al meglio: Giuseppe Picco a Caluso, Giovanni Ossola a Barone, Marco Guelfo a Candia, Pietro Lomagno a Orio, Alessandro Grua a Mazzè e Giuseppe Dorma a San Giorgio.

I premiati hanno ricevuto l’attestato di benemerenza dai rispettivi sindaci.

A sancire i risultati era stata la commissione, presieduta dal docente universitario Vittorino Novello, che nelle settimane precedenti si era aggirata per i vigneti del calusiese, valutandone la cura da parte dei viticoltori.

La Credenza, però, non guarda solo all’annata presente, ma anno dopo anno assegna anche premi “alla carriera” a chi ha mantenuto alto, nel tempo, il livello di cura del proprio vigneto.

E così in questa edizione il riconoscimento è toccato a Renzo Actis Dato di Caluso, Caterina Costanzo di Barone, Giuseppe Podio di Candia, Nicola Corna di Orio, Silvano Crudeli di Mazzè, Renato Cordera di Vische e ancora Giuseppe Dorma di San Giorgio.

Le premiazioni si sono concluse con l’attribuzione della Targa “Diego Lambert”, voluta per ricordare lo storico console che aveva ideato la Festa del Vignolant: a riceverla è stato l’arciprete don Loris Cena “per il prezioso contributo dato alla Confraternita”.

Redazione Web