La vicenda risale a fine marzo: il forte vento di quei giorni aveva abbattuto un grosso pioppo bianco che si era abbattuto sulle imbarcazioni della Società 2010 Canottieri Candia, distruggendo 13 canoe, che si trovavano al riparo di una tensotruttura nelle vicinanze del lago, a sua volta pesantemente danneggiata: circa 40 mila euro la stima dei danni.

Particolarmente scosso per la vicenda era stato il sindaco Mario Mottino, che aveva rilevato come l’incidente avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche, “visto che in quella zona quotidianamente sostano scolaresche, giovani atlete e atleti”.

E anche assai contrariato, perché già un paio d’anni prima aveva cercato inutilmente di ottenere dalla Città metropolitana il permesso di potare e ridurre in altezza quell’albero, molto vecchio e pericoloso per chi avesse sostato nei paraggi.

Ma l’unica concessione ottenuta era stata quella di tagliare i rami secchi.

Dopo il crollo dell’albero, Mottino ha preso carta e penna (metaforicamente parlando) e fatto giungere a Città metropolitana tutte le sue considerazioni sull’accaduto.

Ma c’è di più: nei giorni scorsi si è risolto a scrivere anche al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, per chiedere che vengano riviste alcune norme, a suo giudizio incongruenti, relative a gestione e responsabilità penali all’interno di un sito di interesse comunitario, come quello del lago di Candia.

Non mi trova d’accordo – ha scritto – che gli interventi su alberi autoctoni, siano valutati alle stesso modo sia che si trovino in uno bosco, oppure in un’area turistica e sportiva, esistente da 50 anni, dove quotidianamente ci sono ragazzi che praticano attività sportive e scolaresche… I possibili rischi per l’’incolumità delle persone non vanno mai sottovalutati”.

Aggiungendo di non ritenere corretto che, in caso di incidenti in un sito di interesse comunitario di proprietà comunale per via di disposizioni assunte dall’ente gestore (nella fattispecie Città metropolitana), la responsabilità sia in capo al sindaco.

Auspico – conclude – che possiate trovare le forme più idonee di gestione e di norme nel rispetto degli ambienti naturali, ma anche nel valore dello sport, del turismo e di luoghi storici con tradizioni millenarie… Credo si possano rivedere le norme che, all’interno dell’area del lago di Candia, mettono in serio rischio le attività sportive e le gare remiere, che dovrebbero essere l’orgoglio della nostra regione…”.

Redazione Web