Sono stato invitato dall’amico Giovanni a presentare il libro che egli ha voluto fosse scritto su sua madre, Carolina Castiglioni, che per una vita svolse il servizio di levatrice nel paese di Fagnano Olona, in provincia di Varese.

Oggi i bambini nascono in ospedale, ma fino a pochi decenni fa, si nasceva a casa, come è capitato sia a mia sorella sia a me. “Colei che sta davanti alla donna” e l’aiuta a partorire (a “levare” il bambino dalla madre) nella storia umana è stata sempre una figura prestigiosa, in ogni cultura e popolo.

Fino alla introduzione capillare delle ostetriche qualificate nelle comunità, la mortalità dovuta al parto era elevatissima. Nei Paesi europei ci fu un drastico crollo della mortalità materna solo a partire dalla fine dell’800, grazie a scelte sagge di sanità pubblica, come la presenza di personale sanitario qualificato, medico e ostetrico, nelle aree rurali.

Carolina era un punto di riferimento per tutta la comunità. Avendo aiutato nel suo lungo servizio le mamme a far nascere oltre 5mila bambini, era amata e rispettata. Conosceva il suo medico di famiglia, Ennio, sin dal momento in cui vide la luce, che tanto la stimava da affidarle le gravidanze della moglie.

Dopo una lunga vita per la vita, era mancata il 27 novembre del 2017, ma rimane il ricordo di una persona affascinante. Il suo lavoro era vocazione. Affrontava ogni circostanza senza paura, con cura e attenzione: la sua competenza era vasta e la capacità di comprendere era superiore a quella diagnostica.

La sobria eleganza, non solo al lavoro, ma in ogni contesto, indicava una raffinatezza e una cura di sé degni di una regina. Con la bicicletta e il motorino “mosquito” – grazie a un padre e un marito rispettosi delle sue scelte e della sua capacità e genialità – si dimostrava donna veramente moderna. Difficile dire se fosse più femminile o femminista. Probabilmente entrambe.

“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”
(Gabriel Garcia Marquez)