Quanto sono preparati i ragazzi allo studio, al lavoro e alla vita in un mondo digitale? È la domanda che si sono posti gli studiosi della IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) che dal 2013 conduce l’indagine ICILS (“International Computer and Information Literacy Study”) per monitorare un’educazione di qualità, equa ed inclusiva; per individuare quei fattori che migliorano l’uso delle tecnologie informatiche e che compara i dati degli studenti del 3° anno della scuola secondaria di primo grado (ottavo grado di scolarità) di 30 diversi Paesi del mondo.

Le prove sono quelle di “Literacy digitale”, che misura la capacità di usare il computer, di raccogliere, produrre e comunicare le informazioni attraverso le nuove tecnologie; quella relativa al “Pensiero computazionale”, che misura il modo in cui gli studenti usano le diverse operazioni mentali per risolvere un problema su un dispositivo digitale; e non manca infine un’intervista a ciascun soggetto “testato” sulla condizione socioeconomica della famiglia d’origine dello studente.

L’Italia, rispetto al 2018, ha ottenuto il più alto livello di miglioramento nelle competenze digitali, mentre si colloca nella media internazionale nel pensiero computazionale. Le ragazze hanno ottenuti punteggi migliori rispetto ai ragazzi nelle competenze digitali. Ma nella scelta di orientarsi verso le discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) le giovani donne continuano a comparire però in netta minoranza.

Chi ha meno di 26 libri in casa raggiunge un punteggio di 454, chi ne ha di più raggiunge 498, il che indica che le competenze nel comprendere cosa cercare, come farlo, come organizzare delle informazioni secondo elementi di rilevanza, connessioni logiche ed altro non nasce dal mero uso del dispositivo ma si rafforza attraverso una conoscenza più ampia, allo sviluppo di un pensiero critico e della capacità di entrare in punti di vista differenti che solo la lettura e l’abitudine a questa possono garantire.

Per essere in grado di usare al meglio le tecnologie nella vita c’è bisogno di sviluppare competenze e capacità che si sviluppano attraverso un allenamento ad un pensiero logico che può nascere solo dalla lettura, dalla discussione e dal confronto. La ricerca conferma inoltre che la relazione tra famiglia e scuola è un legame che continua ad essere fondamentale nella crescita personale e sociale di un giovane, soprattutto se improntata ad un’alleanza educativa che parte dalla lettura condivisa sin dalla tenera età.