Al Teatro “San Carlo” sabato 13 maggio alle 21 andrà in scena “Ekpyrosis, ovvero le pietre di mia madre”, coproduzione delle compagnie chivassesi Foravia e Teatro a Canone.
Drammaturgia di Marco Galati, consulenza scientifica di Luca Albertone, regia di Marco Galati e Luca Vonella.
In scena Lucio Barbati, Stefano Cerva, Francesca Scapola, Fabiola Tamburelli e Flavia Tironi; fuori scena Andrea Bernardini, Paolo Botto, Andrea di Fini, Fabrizio Gasparella ed Edoardo Nalin.
Ingresso a offerta libera.
Nel ‘39, poco dopo l’invasione nazista della Polonia, Einstein scrisse una lettera al presidente Roosvelt per metterlo in guardia sui possibili programmi nucleari tedeschi.
Fu però l’attacco a Pearl Harbor a stimolare un maggiore sforzo americano nello sviluppo di ordigni atomici, agli albori dell’era della fisica quantistica, che culminò nelle decine di migliaia di morti di Hiroshima e Nagasaki che sancirono la fine della Seconda guerra mondiale.
“Ekpyrosis – ci ricorda Marco Galati – è antica parola greca che indica la rinascita dell’universo dopo la sua distruzione avvenuta attraverso il fuoco. Le persone che amiamo e ci hanno lasciato non sono più dov’erano, ma sono sempre dove siamo noi. I ricordi sono però destinati a svanire nel tempo: vanno raccontati a qualcuno prima che sia tardi. La protagonista del nostro racconto usa le pietre, solo pietre bianche e azzurre, per creare sentieri nel giardino della sua casa di campagna”.
Redazione Web