Venerdì 14 aprile, al Teatro San Carlo, si è tenuto il quinto appuntamento della rassegna “Il teatro ritrovato”: di scena uno spettacolo di teatro danza, liberamente tratto da una favola di Wolf Erlbruch, scrittore tedesco morto a dicembre 2022.

Il tema trattato è certamente non facile, visto che la favola è rivolta sì ai più piccoli ma, a parere di chi scrive, è un modo leggero per parlare di una certezza: la morte.

La nostra società cerca in tutti i modi di esorcizzare l’altra faccia della vita, che tutti incontreremo un giorno o l’altro.

Quando insegnavo, soprattutto quando si trattava, in storia, il Medioevo – periodo in cui la morte era all’ordine del giorno –, mi piaceva (non per sadismo) ricordare ai ragazzi di stare con i piedi per terra e tenere presente che “Catalin-a”, come amabilmente la chiamiamo noi piemontesi, ci cammina accanto.

Ecco dunque un’anatra che è accompagnata dalla morte la quale, in uno dei pochi dialoghi, sostiene di esserle accanto fin dal momento della nascita.

L’anatra, dopo un primo momento di irritazione perché la morte la corteggia, fa amicizia con lei, la porta allo stagno, la riscalda perché ha freddo, si fanno compagnia…

Alla fine l’anatra muore e la morte guarda il suo cadavere galleggiare e allontanarsi.

È uno spettacolo molto gradevole, che fa riflettere sulla caducità delle cose che ci sono nel mondo, sulla precarietà della nostra vita.

Federica Tardito interpreta l’anatra: vestita di bianco si muove leggera sul palco, si immerge nello stagno, rappresentato da una vasca di plastica, imitando le movenze dell’uccello.

Aldo Rendina è la morte, con una giacca colorata, un po’ invadente nelle prime scene, ma poi “si fa prendere la mano” e diventa persin simpatico. Oltre alla vasca azzurra, sul palcoscenico una scala che rappresenta un albero sul quale sale l’anatra per avere un’altra visione del mondo, ma scende quasi subito.

I passi di danza sono accompagnati da musiche di Mozart, Beethoven, Bizet, Gal, Hindermith e Komma, eseguite da Friedrich Edelmann al fagotto e da Rebecca Rust al violoncello.

Lo spettacolo ha vinto l’Eolo Awards 2015, l’oscar italiano per il teatro ragazzi, come miglior spettacolo di teatro ragazzi e giovani.

Franca Sarasso

Redazione Web