Quarant’anni sono trascorsi dalla cosiddetta legge Basaglia, vista da molti come una sorta di liberazione per le persone con problemi di disagio mentale: oggi non ci sono più fili spinati a separare “normali” da “malati” ma esistono comunque altre forme di esclusione sociale. Ci sono iniziative e gruppi di persone che tentano di abbattere queste barriere e lavorano per il benessere collettivo.
Anche in Canavese esiste una di queste realtà. E’ a San Giorgio e per arrivarci ci si allontana dal centro del paese per qualche chilometro verso il Santuario della Madonna di Misobolo: bastano pochi metri e sembra di inoltrarsi lungo un sentiero da fiaba: da un lato alberi da frutto, dall’altro campi di grano e poi distese di viti. Fino alla fine di un bosco: qui accanto alla chiesa del Santuario, sorge la Cascina Misobolo, una struttura che dal 2007 è diventata una casa vacanza per persone con disagio psichico.
Ad accoglierci c’è la dottoressa Stefania Netti, psicologa e responsabile del progetto. “La nostra attività è legata alla onlus Casa Bordino e al progetto di rete Il Bandolo di Torino – racconta -; inoltre siamo in costante collegamento con i servizi di Salute Mentale del territorio. All’interno della struttura lavorano professionisti del settore, psicologi e psichiatri… l’obiettivo è quello di promuovere la maggiore autonomia possibile nella gestione della quotidianità e creare occasioni di socializzazione ed incontro per i nostri ospiti”.
Cascina Misobolo predispone quindi veri e propri “soggiorni di sollievo”: gli ospiti sono generalmente persone che provengono da comunità residenziali o cliniche specializzate, ma il rifugio può accogliere anche privati che vivono in famiglia; è richiesto che siano autosufficienti e in grado di gestire la propria terapia farmacologica.
Alla domanda sui casi di disagio psichico presenti sul territorio, Stefania ci spiega come in effetti ci sia stato un incremento delle problematiche negli ultimi anni: la crisi economica e il periodo di instabilità generale non hanno contribuito a diffondere serenità. “Le persone di cui ci occupiamo sono maggiorenni e spesso adulti con più di quarant’anni – ci spiega -. Frequentemente il disagio psichico nasce in età adulta e può avere diversi aspetti (dalla depressione lieve alla schizofrenia), a volte è causato da un distacco, frequentemente chi perde il lavoro ha un contraccolpo sia in ambito economico che familiare. I disturbi psichiatrici avvengono in genere nei cosiddetti passaggi evolutivi, nell’adolescenza ma anche nell’età adulta quando una persona vive un cambiamento importante nel proprio percorso di vita”.
Accanto al soggiorno-vacanza c’è l’Area Lavoro. Ai ragazzi con queste problematiche viene offerta la possibilità di utilizzare gli strumenti delle borse lavoro: una regolare retribuzione finanziata dall’assistenza sociale, che permette una gratificazione economica e la possibilità di imparare un mestiere. Le mansioni sono diverse: per esempio, accudire l’orto e le piante della struttura. È un orto curatissimo dove pomodori e zucchini daranno il meglio di sé, e non è finita qui poiché grazie al progetto “distOrto: l’orto che accorcia le distanze”, il raccolto va direttamente dal produttore al consumatore: esiste per tutti la possibilità di acquistare frutta e verdura a km zero.
Lungo la nostra passeggiata si fanno notare due nuovi abitanti della cascina: sono due asinelle, Zoe e Camilla, che cercano immediatamente di abbattere le distanze e fare amicizia… “È molto importante lavorare sulla quotidianità di queste persone – prosegue Stefania Netti -: a volte i gesti più banali diventano impossibili e tornare autonomi significa riacquistare la propria dignità. Non è solo un aiuto per la persona ma per l’intero sistema sanitario: un’esperienza di questo tipo risulta sicuramente più salutare che non seguire esclusivamente una terapia farmacologica in solitudine. Oggi in Italia non esiste ancora una coscienza di questo tipo e si parla pochissimo della psicologia preventiva”.
Ci sono ancora molte iniziative da realizzare (le gite fuori porta, i laboratori musicali e artistici, gli incontri con i cittadini, ecc.) ed è facile lasciarsi conquistare dall’entusiasmo di cui dispongono le persone che lavorano all’interno della cascina: “Più che un lavoro, questo è un privilegio…”.
Graziella Cortese