Esordio molto positivo per l’edizione 2022 – la 61a della serie – per la Mostra della Ceramica di Castellamonte.

Tanta gente ha presenziato lo scorso sabato 20 agosto al taglio del nastro ad opera di Ioana Gheorghias, console generale a Torino della Romania (a conferma della vocazione sempre più internazionale della rassegna), mentre era impossibile non notare la presenza in veste ufficiale di tantissimi amministratori locali canavesani, auspicabile segno del superamento di certi anacronistici antagonismi del passato e della volontà di operare sinergicamente per uno sviluppo comprensoriale delle potenzialità del territorio.

Una strada, quest’ultima, che sotto la guida del sindaco Pasquale Mazza il Comune di Castellamonte ha già imboccato con decisione attraverso il progetto delle “Tre terre Canavesane” (con Agliè e San Giorgio) e che comincia a pagare anche a livello mediatico.

Giusto sabato scorso la Mostra ha ricevuto la visita di una Troupe di RaiUno, con collegamenti in diretta al programma “Weekly”, in onda in fascia mattutina sulla rete ammiraglia del servizio pubblico. E domenica 4 settembre si replica con la presenza, alle 17 al castello di Castellamonte, di due personaggi d’eccezione come Angelo Mellone (scrittore e vicedirettore di Rai Daytime) e Peppone Calabrese (conduttore del celebre programma “Linea Verde”, che col Canavese ha ormai un filo diretto continuo): saranno loro a guidare un seminario aperto e a ingresso gratuito dedicato a come porre comunità e territori al centro della ripartenza dal titolo “Locus: trasformare la materia in desiderio”.

Certo, le tante iniziative collaterali aiutano e la vetrina offerta dal mezzo televisivo ancor di più: ma la vera ricetta del successo di questa edizione della Mostra è nel valore intrinseco di una proposta culturale di alto livello (affidata alla selezione del curatore Giuseppe Bertero) ma non elitaria, anche perché affiancata dalla valorizzazione della tradizione più puramente locale. Infatti è bello, oltre che di grande e immediato impatto visivo, arrivare in centro città e scoprire subito dopo l’arco di Pomodoro, cinque magnifiche e centenarie stufe di Castellamonte, perfettamente inserite nella quinta architettonica dei portici di Palazzo Antonelli; e subito dopo voltare lo sguardo alla monumentale Rotonda Antonelliana venendo irresistibilmente attratti a fare i pochi passi necessari per raggiungerla e ammirare le grandi e medie opere realizzate dagli artisti di Castellamonte, Faenza, della “Baia della Ceramica” (Savona, Albissola Marina, Albissola Superiore e Celle Ligure) e Pavia.

È così che cresce la voglia di continuare negli altri punti espositivi: indisponibile causa lavori di restauro la storica sede di palazzo Botton le opere del concorso internazionale “Ceramics in Love” (con opere provenienti da tutto il mondo) sono state spostate al primo piano del Centro Martinetti, che ospita pure le “Ceramiche sonore” e i fischietti in terracotta raccolti da Clizia.

Altri punti-mostra ufficiali sono la sala consiliare con le “Ceramiche nere rumene” e le opere di Nicolae Moldovan e la Casa della Musica “F. Romana” dove verranno posizionate le opere realizzate per i duecento anni della Filarmonica dagli allievi del corso di ceramica del Liceo Artistico “Felice Faccio” (che di anni quest’anno ne festeggia cento).

E poi ci sono le sedi espositive private sparse in città (quali il “Cantiere delle Arti”, la ditta “La Castellamonte”,  le “Fornaci Museo Pagliero”,  le “Ceramiche Camerlo”,  le “Ceramiche Castellamonte” di Elisa Giampietro,  le “Ceramiche Grandinetti”) o nelle frazioni (come la “Fornace Pagliero 1814” di Spineto, frazione di Castellamonte, della mostra “Kèramos – Off Gallery – Gulliarte” di Savona con otto artisti contemporanei della ceramica). Come detto, i riscontri da parte dei visitatori sono larghissimamente positivi: chi volesse verificare di persona può farlo fino all’11 settembre, con ingresso libero dal martedì al venerdì dalle 17 alle 21 il sabato e la domenica dalle 10 alle 21.

Ne vale la pena.

m.v