Il Vescovo di Ivrea, Mons. Edoardo Cerrato, ha concelebrato, stamane in Cattedrale a Vercelli, la S.Messa pontificale in onore del Patrono di quella Diocesi e di tutta la regione piemontese, Sant’Eusebio.
Il primo Vescovo di Ivrea, Sant’Eulogio fu, del resto di chiara “estrazione” eusebiana.
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Una grande ricchezza di contenuti, soprattutto spirituali, ma non solo: evidenti anche quelli pastorali e culturali, in questa festa patronale di Sant’Eusebio, oggi 1 agosto 2023.
La cattedrale del Duomo di Vercelli gremita di fedeli, il presbiterio quasi al completo, con le eccezioni dei Sacerdoti che stanno accompagnando i ragazzi alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona.
Cinque Vescovi (Mons. Franco Lovignana di Aosta, Presidente della Conferenza episcopale piemontese; di Mons. Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, si è detto poc’anzi; Mons. Gianni Ambrosio, Emerito di Piacenza Bobbio; Mons. Gabriele Mana, Emerito di Biella e Mons. Luciano Pacomio, Emerito di Mondovì) ed un Cardinale (Mons. Giuseppe Versaldi) a concelebrare con Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli, per sottolineare che il Protovescovo di Vercelli è il Patrono del Piemonte, l’evangelizzatore di un’intera regione che allora, nel IV Secolo, era forse, almeno per gran parte, da civilizzare almeno quanto fosse da evangelizzare.
Il video che abbiamo messo a repertorio cerca di cogliere entrambi questi confini, questi riferimenti, questi “argini” entro i quali scorre un giorno di memorie e di festa, di sentimenti autentici.
Allora, andando con ordine, il primo di questi riferimenti.
E’ nell’omelia dettata dall’Arcivescovo di Vercelli, tutta condotta su di un parallelismo persuasivo e coinvolgente, pienamente in sintonia con la più profonda essenza del magistero di Eusebio.
Il parallelismo che illustra un’antinomia, ineludibile nella storia dell’uomo, quanto non negoziabile in quella della salvezza.
L’antinomia è tra le categorie mondane del regno, dei regnanti, del potere e dei potenti.
Quando sono vincenti, quando conquistano, sottomettono, soggiogano, impongono le decime ai vinti, ai popoli conquistati.
Ben diversa la conquista proposta da Dio, dal Salvatore che è “mite ed umile di cuore”, la conquista conseguente ad una vittoria che non è di uomini su altri uomini, ma è dell’uomo stesso, illuminato dalla luce della fede, su se stesso.
Sicchè i regni terreni sono, in fondo, assimilati a quello di cui si narra con efficacia e sorprendente modernità nel Secondo Libro di Samuele.
E’ il momento della transizione tra l’epoca dei Giudici e l’istituzione della monarchia, contrassegnato da un’istanza a suo modo “popolare”, cioè che viene dal popolo: “Dacci un re che ci governi”.
Invano Samuele mette in guardia dai rischi di una siffatta forma di governo; tra l’altro, il sovrano: “Si farà consegnare ancora i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li regalerà ai suoi ministri. [15]Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi consiglieri e ai suoi ministri”.
Insomma, le tasse e tutto il resto.
Se, dunque, le categorie umane del potere paiono intrecciate in modo inseparabile con l’evoluzione dei popoli, il Redentore cui si richiama anche Eusebio, il Redentore della pagina di Vangelo proclamata oggi, è anche per questo “segno di contraddizione” ed anche così ribadisce con chiarezza che il suo Regno non sia di questo mondo.
Così come il Mondo, se avulso dalla prospettiva di salvezza di un Regno che si affermi non con le armi, bensì con la rinuncia a sé, la mitezza, l’accettazione di quel “giogo leggero” capace non già di appesantire, bensì di dare sollievo a chi sia oppresso ed affaticato, ebbene, non può che rivelarsi un mondo incapace di tutelare i caratteri di umanità della vita.
Come abbiamo anticipato, l’omelia di Mons. Arnolfo è proposta integralmente nel corso del filmato.
Ma il video messo a repertorio pone attenzione anche al secondo momento “forte” di questa celebrazione.
Anche quest’anno si è riproposta la splendida idea di iniziare la Celebrazione con la lettura di alcuni brani della II Lettera di Sant’Eusebio dall’esilio.
Lettura affidata al Prof. Renato Uglione, Vice Presidente nazionale dell’Associazione di Cultura Classica, Presidente del Centro Europeo di Studi Umanistici “Erasmo da Rotterdam”.
Ma, soprattutto, autore di una monumentale opera su tutto ciò che Eusebio ha scritto e di Eusebio si è scritto, edita lo scorso anno e sicuramente prodromica al grande Congresso nazionale di studi eusebiani tenutosi a Vercelli nell’ottobre 2022.
Emergono i caratteri inequivocabili di una Chiesa allo stato nascente, cui il Pastore in esilio dedica parole di incoraggiamento, affetto, cariche di futuro.
Una Chiesa che non è solo “vercellese”.
Ma che si rivolge alle comunità di Ivrea, Novara, Tortona.
La stessa Ivrea, peraltro, poco dopo avrà il suo primo Vescovo, nella persona di Eulogio, che gli Studiosi, come abbiamo anticipato in esergo, concordano a dire di chiara “estrazione” eusebiana.
Ma… non manca qualcuno?
Perché Vercelli, Ivrea, Novara, Tortona e non Torino?
Per saperlo, non resta che ascoltare il Prof. Uglione, nel nostro video che, insieme alla gallery, volentieri offriamo per documentare una indimenticabile giornata di fede e di festa, certo vercellese, ma davvero anche piemontese.
Non sarebbe giusto concludere queste righe senza ricordare l’accompagnamento della Liturgia recato dalla Cappella Musicale Eusebiana, diretta da Don Denis Silano, sempre all’altezza del compito ed oggi, se è permesso un apprezzamento, anche di più.