Domenica 13 maggio al Salone del Libro di Torino, nello spazio “Eventi”, interverrà un profondo conoscitore del pensiero di Guardini (nonché curato e e traduttore di alcuni suoi volumi): Silvano Zucal, professore di filosofia all’Università di Trento che offrirà un profilo del pensatore nel contesto europeo.
Sarà presente anche Ilario Bertoletti, direttore editoriale della Morcelliana, l’editrice che ha fatto conoscere Guardini in Italia e ne prosegue l’edizione critica dell’Opera omnia. Un’edizione che, pur dividendone la produzione in scritti filosofici, teologici, spirituali, liturgici, di interpretazione biblica, o in saggi dedicati a figure (come l’ultimo volume sugli scritti guardiniani su Friedrich Hölderlin), oppure in scritti autobiografici ed epistolari, finisce per dar risalto alla coerenza dell’originalità del suo discorso sull’uomo e su Dio, ma anche alla fedeltà di una testimonianza brillata nel secolo breve.
Il 1° ottobre 1968 mancava a Monaco di Baviera Romano Guardini; filosofo e teologo italiano per nascita, tedesco per formazione, europeo per vocazione, definito dalla sua biografa Hanna-Barbara Gerl «un Padre della Chiesa del XX secolo». Nel cinquantenario della sua scomparsa, in Italia, in Germania, e in altri Paesi, soprattutto europei, si sono già svolti diversi convegni dedicati all’approfondimento dell’eredità del suo pensiero che ha influito su generazioni di cattolici.
Ora a celebrarlo è il Salone Internazionale del Libro di Torino che non dimentica il grande scrittore e il maestro di generazioni di intellettuali, al cui pensiero hanno attinto anche gli ultimi pontefici: da Paolo VI a Papa Francesco.