Il 31 marzo se ne è andato Franco Crotta a 80 anni, per i chiaveranesi Franco d’Min.
La notizia l’ha data Maurizio Fiorentini, sindaco di Chiaverano e suo amico, ai concittadini attraverso il sito del Comune: “Con la sua scomparsa se ne va un pezzo importante di Chiaverano, una persona unica nell’impegno per mantenere e far conoscere le nostre tradizioni, il nostro dialetto, la nostra cultura popolare”.
Per molti anni amministratore del Comune e componente della Filarmonica Chiaveranese (suonava il basso tuba).
Il suo colpo di genio, nello studio antropologico, fu riunire i più anziani del paese affinché raccontassero ai più giovani il senso di parole arcaiche, storie di eventi e filastrocche che utilizzavano queste parole, per trasmetterle ai più giovani.
Fiorentini ci ha spiegato che non si è mai fermato, se non proprio negli ultimi tempi: “Ha continuato a prenotare la sala consiliare per le riunioni del suo gruppo e a girare per le scuole a raccontare storie di una Chiaverano lontana, in una restituzione di ciò che aveva appreso a suo tempo dagli anziani del paese”.
Franco Crotta sarà ricordato anche per i libri che ha prodotto con il “Gruppo di studio e documentazione del chiaveranese”: “Cont-mi na stòria”, raccolta di filastrocche e altre storielle chiaveranesi illustrate e tradotte, e l’imponente “Paròli ch’a se smarissan”, dizionario di oltre 6 mila parole che descrive la vita del paese dal 1945 al 1955, un vero e proprio lavoro di antropologia applicata al territorio.
Cura particolare ha dedicato nel curare e pubblicare libri su poesie e racconti di Enea Riccardino (1903– 1967), medico condotto e pregevole poeta dialettale, che hanno portato a un ultimo lavoro, “Poesie scelte e Viaggio sulla Luna”, con testo in chiaveranese, in italiano, in inglese e in cinese: per questa suo passione della lingua come motore tra le culture e i popoli, e non come barriera linguistica. Così chiude il sindaco: “I suoi lavori sono stati presentati in tante serate per adulti e ragazzi delle scuole, con tantissimi partecipanti, anche perché la sua bravura nel raccontare storie, nel descrivere il significato delle parole perdute, nel farci rivivere i tempi passati con divertenti aneddoti era così coinvolgente da appassionare chiunque lo ascoltava. Alla moglie Elena, ai figli Marcello a Alessandro e a tutti i familiari vanno le nostre più sentite condoglianze. Franco se ne è andato, ma quello che ha lasciato rimarrà per sempre”.
f.d.
Redazione Web