Tutto esaurito, domenica scorsa al Teatro “Bertagnolio”, per “Casa di bambola” tratto da Henrik Ibsen, portato in scena dall’associazione Fuoridaltunnel.
Adattata da Stefania Longo, che firma anche la regia oltre ad essere mattatrice dello spettacolo nel ruolo di Nora, l’azione scenica si snoda in modo fluido e scorrevole, tra ricatti, ipocrisie e sotterfugi che danno vita a un dramma tuttora moderno, ribadito da una scenografia senza tempo giocata sui toni del nero, verde e bianco.
Il risveglio di una donna, il rifiuto di un matrimonio borghese basato sulla finzione, il gettare la maschera per andare finalmente alla scoperta della vera sé: pre femminista, Nora lavora, trae piacere nel guadagnare grazie al suo lavoro perché “mi son sentita un uomo”, ammette di essere incapace di educare i figli perché non ha ancora trovato se stessa, sbatte la porta su un matrimonio finzione, in polemica netta con le condizioni femminili dell’epoca (e per questo Ibsen, aspramente criticato, censurò diverse parti dopo la prima rappresentazione nel 1880).
Bravi tutti i giovani interpreti, capeggiati dalle veterane Stefania Longo e Valentina Trevisan e con il valido supporto tecnico di Nisio Gismondi: Manuel Naretto, Teresa Mattiussi, Beatrice, Edoardo e Letizia Zullo.
Una chicca è stata anticipata dopo i ringraziamenti: la prossima inaugurazione di una sede permanente per l’associazione, dove sarà possibile provare, e allestire periodici workshop di teatro.
Paola Ghigo
Redazione Web