È partito anche quest’anno – per la precisione lunedì – il workcamp internazionale organizzato dal Circolo Legambiente “Dora Baltea” di Ivrea, che fino al 12 agosto a Chiaverano vedrà 18 giovani impegnati in modo concreto a salvaguardare l’ambiente.
I ragazzi sono 12 stranieri, provenienti da Messico, Russia, Repubblica Ceca, Turchia, Belgio, Germania, Spagna, Francia, e 6 italiani (tra cui l’immancabile Alessandro, dell’associazione Piccolo Carro), per tacere dei volontari che collaboreranno dietro le quinte nella Foresteria di Chiaverano, sede dell’Aib e del camp stesso.
Si è ampliata la rete delle collaborazioni con associazioni del territorio, che vedono in testa come sempre la Squadra Aib e Protezione civile di Chiaverano, con cui i partecipanti al workcamp lavoreranno alla prevenzione del dissesto idrogeologico; sono state coinvolte l’Associazione Alpini, Ecoredia, Zac!, associazione Il Rosmarino, con cui i ragazzi ripuliranno l’area di Santo Stefano e si prenderanno cura dell’orto botanico; con Movimento Lento si daranno alla manutenzione della cartellonistica della Via Francigena. Con l’associazione Asini si Nasce la collaborazione riguarda il Parco Lago di Città, che Legambiente tutela nell’ambito della salvaguardia delle zone umide; con la Fondiaria Chiaverano ci si occuperà anche della manutenzione e del rifacimento di parti deteriorate dei muretti a secco, arte antica di cui si rischia di perdere la memoria.
Non solo lavoro, naturalmente: il camp prevede attività ludiche, momenti di incontro per programmare gli eventi e gli impegni, gite culturali e buona tavola.
Riconfermata la serata conclusiva multietnica, in cui verranno cucinati piatti tipici dei luoghi di origine dei partecipanti.
Il workcamp non è solo lavoro, ma esperienza di vita in comune, di crescita personale, e, soprattutto, di contributo alla salvaguardia dell’ambiente.
E, a proposito di sostenibilità, i ragazzi lanciano un appello: “Se qualcuno avesse un esubero di frutta o verdura nel proprio orto, noi lo accettiamo volentieri, dando in cambio… un sorriso”.
Paola Ghigo
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