L’estate incombe e non sono certo bastate le recenti 48 ore di pioggia a sanare il divario di 50 giorni che mancano all’appello per evitare l’emergenza idrica.
Sul territorio del chivassese la situazione legata alla siccità rimane seria: fa eccezione il verolenghese (nel capoluogo), poiché il paese si trova in basso rispetto alla zona circostante e nelle sue campagne sono presenti diverse sorgive che, per ora, garantiscono l’apporto idrico.
Non così a Casabianca, più a monte, o a Castelrosso di Chivasso, dove gli agricoltori fanno i conti con la mancanza di piogge.
“Quest’anno – raccontano Aldo e Loredana Casale – pare essere peggio dello scorso: non piove da mesi e una siccità così non la ricordano neppure i più anziani. Noi e gli altri contadini siamo preoccupati per la semina del mais: i soldi anticipati per le sementi sono tanti e chissà se poi avremo un ritorno. E poi è aumentato il prezzo di gasolio e acqua irrigua, le sementi costano quasi il doppio. In questo periodo il grano è nella spigatura, e invece di essere bello verde è ‘giallo’, e di conseguenza si raccoglierà poco; ma poco grano vuol anche dire poca paglia”.
Preoccupa anche la situazione legata alle rogge: “In aprile di solito arrivava l’acqua, invece ora niente, tutto asciutto. I prati sono secchi, non c’è erba e le povere mucche non avranno cibo, mancherà pure il fieno che andrà comperato altrove, chissà a che prezzi”.
Le aziende agricole della zona stanno facendo i conti con la mancanza di precipitazioni già dal 2022: fenomeno che condiziona le scelte legate alla semina, al tipo di colture, si passa dal mais ad altre come soia e frumento, che patiscono meno l’asciutto. Racconta una signora di Casabianca che 60 anni fa il parroco faceva recitare le “rogazioni” per invocare la pioggia, alle cappelle votive sparse in mezzo ai campi… e pare proprio che avessero il loro effetto.
Per sostenere gli agricoltori è pronto anche l’aiuto della Regione attraverso il nuovo “Completamento di sviluppo rurale 2023-2027” che conta 50 programmi di intervento, propone finanziamenti fino a 756 milioni di euro, include oltre 50 mila aziende presenti sul territorio regionale e la “fetta” destinata al settore irriguo è di 34 milioni, con i primi bandi destinati proprio al risparmio idrico.
Redazione Web