Chivasso io ti devo ringraziare per tutto quello che mi dai, cinquanta carnevali son passati e quanti ancora passeran…”.

Per Gege i carnevali sono terminati nelle prime ore della notte del 29 giugno, quando se n’è andato: la notizia della sua dipartita è stata un fulmine a ciel sereno per i chivassesi.

Che le sue condizioni di salute non fossero ottimali, lo si sapeva: dopo l’ictus che lo aveva colpito mesi fa e lo aveva costretto in ospedale, la sua ripresa era stata lenta, considerando anche le 89 primavere che si portava a spasso, ma nessuno si aspettava che ci lasciasse.

Anche se originario di Borgomanero, non c’era un altro chivassese così innamorato della città.

Era arrivato con la sua famiglia nel 1946, dopo la Seconda Guerra Mondiale, perché sfollato; gli zii materni avevano perso le loro attività a causa del conflitto, ma avevano impiantato una fabbrica di articoli tessili a Chivasso, e la sua mamma era la custode della piccola impresa.

Diventato giovanotto era stato assunto all’Enel e vi aveva lavorato parecchi anni: ma la sua passione era cantare e fare cabaret.

Era stato protagonista con Ferruccio Rivelli, Angelo Bottero e Angelo Santagata delle famose riviste che si organizzavano per l’incoronazione della Bela Tôlera che si teneva, allora, al teatro Politeama.

Poi, fuori dal periodo carnevalesco, si prestava a cantare per varie associazioni.

Accanto all’attività canora, altra sua caratteristica era il volontariato per vari sodalizi cittadini: collaborava con la Uildm, con Telethon, con i Borghi quando erano in festa.

La sua abitazione era in via Po, ma lì non esisteva un borgo “riconosciuto”, nella zona che dai viali si estendeva fino al fiume.

Ci pensò lui a dare vita a un nuovo Borgo, nel 1998: il Borgo Po, appunto, che si caratterizzava per la “lenticchiata” prima di Carnevale, la festa del rione verso metà luglio e il gazebo in occasione del Palio dei Borghi per la festa patronale; poi il 2 ottobre celebrava la Festa dei Nonni, e organizzava la castagnata nei giardini pubblici di via Po.

Era lui a occuparsi delle domande in Comune per i permessi e di tutti gli annessi e connessi previsti per tali manifestazioni, perché tutte le occasioni erano buone per fare festa.

Con Pippo Romano ha formato un duo eccezionale fin dal 1985: le loro esibizioni mettevano in movimento tutti gli astanti.

Con l’Opera Pia “Clara” aveva un rapporto stretto e di riguardo, anche perché la sorella, a cui era molto legato, ne era stata ospite. Prima dell’epidemia di Covid, quasi tutti i mesi lui e Pippo venivano a proporre un pomeriggio di allegria agli ospiti della casa: tante erano le canzoni che ricordavano ai degenti la loro giovinezza e che tutti cantavano!

Dopo le restrizioni sanitarie i primi a tornare per un concerto erano stati loro due, la scorsa estate, nel giardino della struttura: c’è un video in cui si vedono alcuni ospiti agitare le braccia al suono delle loro musiche!

Come detto, ha collaborato anche con Telethon, portando la sua simpatia e le sue canzoni in sale in cui si raccoglievano fondi per la manifestazione benefica: uscirà a breve un libro, da lui voluto, finalizzato a raccogliere fondi per la medesima causa.

Insieme ad altri personaggi chivassesi, alcuni dei quali non sono più tra noi, Gege ha davvero fatto buon uso del suo tempo, portando allegria e buonumore là dove ce n’era bisogno.

Franca Sarasso

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Redazione Web