Venerdì 13 gennaio don Loris Cena, arciprete di Caluso, ma chivassese di nascita, ha tenuto una lezione sull’Anno Liturgico, dando continuazione all’approfondimento della lettera enciclica “Desiderio desideravi” di papa Francesco.
Partendo dall’annuncio della data della Pasqua che la Chiesa proclama il giorno dell’Epifania, don Loris ha evidenziato i dati storici su questo strumento che la Chiesa ci offre per ripercorrere l’opera salvifica di Cristo e per crescere nella Fede.
Istituito nel IV secolo inizialmente solo per mettere in evidenza la Pasqua di risurrezione (la festa più importante del nostro credo), viene poi arricchito con l’introduzione della Settimana Santa; quindi si inserisce la festa del Natale che dà una prospettiva cristiana alla festa pagana del solstizio d’inverno, e poi l’Avvento che ricorda i millenni dell’attesa della venuta di Cristo.
In seguito l’anno liturgico si arricchirà delle feste della Vergine, degli Apostoli e dei santi.
Il periodo storico in cui l’anno liturgico vede la luce è il momento delle eresie che serpeggiavano per l’Europa, ma anche quello dei Concili (Efeso, Nicea) convocati per contrastarle.
Su tutto questo si costruisce l’anno liturgico che non è un evento a circolo chiuso, ma una spirale ascensionale che ci immette nel mistero di Cristo.
Avanzando nell’anno liturgico prendiamo coscienza del nostro cambiamento verso la maturità di Cristo; la Grazia cresce dentro di noi e ci permette di comprendere che è stato compiuto un passo avanti nel disegno di salvezza che ci fa pregustare la Pasqua finale.
Il tempo della Chiesa, scandito giorno per giorno nelle celebrazioni, deve essere inteso come congiunzione a Cristo; tuttavia il tempo del “Kayros“, ovvero il tempo della Grazia agisce in noi e ci fa procedere verso il piano della salvezza.
La Parola proclamata nella liturgia è la base della stessa e la Chiesa interpreta le Sacre Scritture come Cristo stesso esortava i suoi disce[1]poli a scrutare tutte le Scritture partendo dalla sua predicazione.
Franca Sarasso
Redazione Web