Il gioco delle bocce è antico e molto diffuso nella nostra regione: ogni paese o rione cittadino ha il suo bocciodromo sempre molto frequentato.
Chi bazzica il Circolo bocciofilo chivassese “La Tola” ha presente, fra i vari atleti che ogni giorno vi trascorrono del tempo, un socio che, dopo essere andato in pensione, si diletta correndo dietro alle amate bocce.
È Sergio Bertolina, macchinista delle Ferrovie dello Stato, ex Genio Ferrovieri, che ha raggiunto, proprio a inizio settembre, l’agognata meta della quiescenza.
Chi scrive conosce Sergio da sempre.
Era giunto a Chivasso da Ciriè a due anni con i suoi genitori, Riccardo e Maria, che avevano preso in gestione un negozio di alimentari in via Italia.
Poi gli studi al locale istituto tecnico e il conseguimento del diploma da perito industriale, la passione per i treni e il modo per arrivare a soddisfare il desiderio di guidarli: il Genio Ferrovieri.
Allora la caserma “Giordana” accoglieva i giovani che volevano entrare in ferrovia e l’arma del Genio li preparava.
La voglia di entrare nel Genio era cresciuta con l’andar del tempo. Molti militi passavano in negozio a comperare panini o qualcosa da sgranocchiare tornando dal servizio, la conoscenza del maresciallo Folliero, abituale cliente dei genitori…
Così il concorso, i tre anni canonici e infine l’assunzione in Ferrovia. Ma insieme a questo, anche la passione per le bocce, trasmessa dal papà e nata così per gioco, nelle domeniche trascorse in collina dai nonni, quando gli adulti passavano il tempo a rincorrere bocce e magari mancava qualcuno per fare coppia.
Per Sergio, che trascorreva molti pomeriggi al dopolavoro ferroviario dove c’erano i campi, il gioco delle bocce era diventato una vera passione e ora, che non deve più andare in servizio, riesce a soddisfarla ancora meglio.
Molto spesso gli è stato chiesto di entrare nel consiglio del Circolo, ma ha sempre rifiutato perché l’orario di lavoro non sempre gli avrebbe permesso di essere presente alle riunioni.
Ora potrà anche dedicare un po’ di tempo a questa associazione, che cerca sempre volontari per portare avanti i suoi progetti.
Anche se il 1° settembre è stato il giorno fatidico dell’inizio della quiescenza, l’ultima sua corsa era stata il 23 maggio: quel giorno amici e molti ex colleghi, che lo hanno stimato per la sua simpatia e giovialità, lo hanno atteso alla stazione, all’arrivo da Torino, per augurargli un felice avvenire e molte partite nei bocciodromi dei nostri paesi.
Franca Sarasso