(elisa moro) – “Il grande passo del dono libero e lieto di te stessa al Signore per vivere, nella verginità, un autentico rapporto sponsale e la meravigliosa fecondità di una maternità nuova”; queste parole, pronunciate nell’omelia, hanno accompagnato la Consacrazione di Laura Tozzi nell’Ordo Virginum, avvenuta domenica 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione, nella Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in Chivasso, per le mani di Mons. Edoardo Cerrato, in un clima di profonda gioia e raccoglimento.

Nella Solennità in cui la Chiesa contempla – usando le parole di Mons. Edoardo – “il prodigio di bellezza, che è l’Immacolata, preservata immune dalla macchia del peccato originale e dalle conseguenze che ne derivano”, Laura Tozzi, laureata in Economia e impiegata presso , un’associazione che si occupa di progetti educativi per i giovani del Piemonte, ha pronunciato il suo “Eccomi” pubblicamente, dopo un intenso cammino di discernimento e formazione, svolto prevalentemente a Torino.

Ad accompagnare Laura erano presenti, oltre alla sua famiglia di origine, le consacrate dell’Ordo Virginum della Diocesi di Ivrea, ma anche una rappresentanza di Torino e di Aosta. Numerosa la presenza dei sacerdoti, in particolare del Parroco Don Tonino Pacetta, del delegato vescovile per la vita consacrata e l’Ordo Virginum, Padre Andrea Plichero, di Don Paolo Ripa di Meana, che ha curato la formazione torinese di Laura, oltre che di alcuni sacerdoti salesiani, che hanno seguito  e accompagnato la preparazione spirituale della neo consacrata.

Una realtà moderna e “pro-vocante”, calata nell’attualità, quella dell’Ordo Virginum, ma che conta, nella sola regione pastorale piemontese, una sessantina di consacrate e un gruppo, in crescita, di donne in cammino di discernimento e formazione. Una vocazione silenziosa, che cresce e fermenta, come il “lievito” evangelico, di donne “comuni”, “non suore” -citando l’omelia, totalmente ripresa nel video – chiamate alla testimonianza e alla vigilanza, al supporto e all’aiuto costante verso i fratelli, all’amore e dedizione totale verso la Chiesa.

Questa forma di vita, presente in Diocesi da dieci anni e che conta ormai sei consacrate, “non esige tuttavia alcun particolare cambiamento esteriore”. È una via, ricorda Papa Benedetto: “che sembra priva delle caratteristiche specifiche della vita religiosa, ma l’essere con Cristo, l’assimilazione allo Sposo, esige interiorità, ma in pari tempo, apre a comunicare con i fratelli: qui si innesta la missione” (Discorso 15-05-2008).

Oltre al “velo, indossato nelle celebrazioni liturgiche e all’anello”, Laura non avrà alcun segno esteriore che la contraddistingue nella sua missione verso i fratelli, se non quello di essere testimone dell’amore strabordante di Cristo in ogni contesto della vita quotidiana.

Citando le parole del Cardinal Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, che ben si adattano a questa circostanza: “Una donna consacrata a Dio non ritiene estraneo a sé nulla di ciò che è umano: tutto la riguarda, a tutto si interessa, perché sa che Dio vive in città e visita la vita dei suoi figli attraverso la carne dei suoi servi”.

Nel cuore dell’Avvento, la luce della “nuova aurora”, di Maria rischiara le tenebre del mondo, per lasciare intravedere il “sole che sorge dall’alto” (Lc. 1, 78), culmine del Mistero dell’Incarnazione e della salvezza dell’uomo.

Maria è l’icona della Vergine attenta, “modello della verginità stessa”, che invita ad aprire il cuore per accogliere Cristo, per lasciarsi avvolgere dal Suo Amore, diventando consapevoli di essere “amati da Qualcuno”, “uomini e donne nuovi della novità del Battesimo e della vita secondo il Vangelo” (Evangelium nuntiante, 18).

L’augurio per Laura, ma anche per tutte le consacrate e per coloro che sono in cammino in questa speciale forma di consacrazione, può essere ben espresso con le parole che Sant’Ambrogio, cantore della verginità cristiana, rivolgeva alle vergini che da lui erano consacrate: “dunque tutto abbiamo in Cristo… e Cristo è tutto per noi. Se vuoi curare una ferita, egli è medico; se sei riarso dalla febbre, egli è la fonte; se sei oppresso dall’iniquità, egli è giustizia; se hai bisogno di aiuto, egli è la forza; se temi la morte, egli è la vita; se desideri il cielo, egli è la via; se fuggi le tenebre, egli è la luce; se cerchi cibo, egli è l’alimento” (La Verginità, 99).

Volentieri quanto doverosamente concludiamo queste poche righe con un ringraziamento sincero per l’animazione della Liturgia assicurata dalla Corale parrocchiale, unanimemente apprezzata.